Chiara Campo
Sono arrivati alle 6 del mattino. Si sono piazzati davanti ai cancelli ancora chiusi del Mazdapalace e hanno aspettato due ore e mezza sotto lombrello. Ma Amedeo Ahmed Abdelcabir e Ibrahim Barrò Abdulle, due pensionati somali che ormai si considerano milanesi doc («siamo arrivati nel 68») non volevano rischiare di rimanere fuori. Con «lui», spiegano, «lItalia è cambiata tanto, ha costruito nuove strade, ha dato lavoro alla classe popolare». Ecco perché, sono certi, «Silvio Berlusconi vincerà di nuovo le elezioni, gli italiani sono intelligenti e lo voteranno ancora». Una fiducia che unisce il popolo azzurro che ieri mattina si è radunato al Mazdapalace per ascoltare il premier allapertura della campagna di Forza Italia a Milano. «Sono questi gli spinelli che fuma il presidente del Consiglio», scherza dal palco Barlusconi rivolgendosi a una platea di circa 10mila persone «venute direttamente dalla curva sud di San Siro». Striscioni, cori da stadio («chi non salta contro Silvio è»), bandierine e qualche «ola» non lo smentiscono. Sugli striscioni la conferma che i supporter arrivano in pullman da tutta la Lombardia: «Silvio, Busto merita un sindaco azzurro», «Cinisello Balsamo con chi difende la libertà», «Desio saluta il presidente Berlusconi», «Como è con te»; ma anche «Fatuzzo tu sei andato con Prodi ma i pensionati vanno con Berlusconi», «Unione dei cacciatori lombardi», e sulle magliette delle certezze: «No global? No grazie!» e «Silvio presidente», stampato sulla felpa blu elettrico indossata dai ragazzi del Motore azzurro. Che durante la convention sollevano ciascuno una lettera a formare la scritta: «Silvio sei grande». Tutti in piedi, fischi e grida contro Pietro Ricca, il contestatore già noto per aver urlato «buffone» al premier (dopo una deposizione in tribunale), e che ieri è tornato a «colpire». Ancora tutti in piedi, ma questa volta solo applausi, per ricordare il professor Marco Biagi ucciso dalle Br. Tra le bandiere di Fi ne sventolano tante a stelle e strisce.
Non solo gli amici somali sono arrivati allalba. Alle 6 erano già molti ad aspettare davanti i cancelli del Mazdapalace, alle otto e trenta circa un migliaio, tanto che gli organizzatori hanno anticipato gli ingressi per evitare la ressa. È subito assalto ai banchetti, a caccia di cappellini, magliette, bandiere, spille o cd con linno di Fi. Ogni gadget va a ruba, alle dieci e mezza gli scatoloni vuoti formano una piramide. «Solo di bandierine, ne avremo distribuite circa 6mila», ammette un organizzatore. Uno sguardo alla platea rivela che i «missionari della verità», come il premier battezza il popolo forzista durante il comizio, non hanno età. Ci sono Nicolò Sabatino e Marco Alberti, di 18 e 22 anni, per i quali «Berlusconi è lunico che può offrire certezze per il futuro ai giovani come noi» e la signora Pina Bertelloni, che di anni ne ha 83, assicura che «chi ha governato prima di lui non ha mai fatto niente per gli anziani».
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