«Corna? Io le ho e lo scrivo ...»

«Quella sottile sfida che tiene accesa la voglia di sorprendere l’altro nonostante la vita insieme non può che mantenere alto il livello di passione. Mentre se ci si lascia prendere la mano, la gelosia diventa veramente un gioco pericoloso che scatena nell’altro la voglia di trasgredire per la poca fiducia e la “libertà condizionata” nella quale è costretto a vivere».
Le idee sembrano chiare, i sentimenti pure, per Rosita Celentano. E d’altra parte, da una splendida quarantenne che si definisce un «samurai dell’amore» e decide di scrivere un libro a metà tra il pamphlet e il diario intimo dal titolo inequivocabile Grazie a Dio ho le corna! (Salani, pagg. 112, euro 10) non ci si può aspettare nulla di meno.
La gelosia è tornata di moda?
«Mai passata, secondo me. Chi è geloso continua ad esserlo anche quando non fa tendenza».
Lei come la vive?
«Io sono serenamente gelosa e possessiva. Le cose mie, alle quali tengo e che mi rappresentano, da un regalo al mio uomo, fanno parte di me e basta. Con ciò non sono una rompiscatole. Però...».
Però?
«Però se un uomo mi dà motivo di sospettare, indago fino allo sfinimento e voglio sapere tutto. Quando, come dove, perché è successo. Se è un vizio o un momento di debolezza».
E quando ha indagato che cosa ha trovato?
«Quel che racconto nel libro: un tanga di pizzo nero in camera da letto. Non era mio, perciò... Complimenti alla signora. Quel tipo di donne lì a me fanno abbastanza schifo».
Perché?
«Si propongono ai maschi come io non facevo nemmeno a vent’anni e come non ho mai fatto. Al limite, potrei tollerarlo come un gioco tra me e il mio uomo».
Gli uomini gelosi che effetto le fanno?
«Dipende. Non sopporto la paranoia e se solo mi sfiorano con un dito con me hanno chiuso per sempre».


Ma la gelosia è o non è una malattia?
«Ma niente affatto! La gelosia non va demonizzata. Come l’amore, come il buon cibo, funziona se è tenuta in equilibrio, se è intelligente e stimolante. Mai tenere il muso, mai rinfacciare. Magari però fare qualche domandina qua e là, scherzandoci su...».

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