Fabrizio Graffione
Di là, oltre le rotaie, c'è ancora il mostro. È dietro gli enormi serbatoi di gas, grigi, metallici, quasi sembrano quelli di una centrale nucleare. Cornigliano lo intravede dai balconi più alti. Quelli oggi finalmente bianchi. Ha finito di sputare fumo nero. Si è arreso. Ora per smantellare la sua carcassa e bonificare l'area ci vorranno tre anni. Una massa di carbone, ferro, legni, cemento, grande 200mila metri cubi che servirà per i riempimenti portuali. Piccoli marziani, con scafandro e tute ignifughe, armati di pistole e fucili che fanno scintile, continuano a tagliare la ferraglia. Sono i mercenari della Società per Cornigliano.
Di qua, stavolta in giacca e cravatta, ci sono i nuovi colletti bianchi delle Acciaierie. L'architetto Marco Casamonti con i suoi pennelli che entro un anno presenterà il master plan della rinascita. Il manager Enrico Da Molo, col cellulare attaccato all'orecchio, che coordina gli interventi. L'organizzatore degli spettacoli Totò Miggiano, che si sforza di immaginare il palco in mezzo a ganci, pezzi di catene, carriponte. Con loro a scrutare il primo pezzo dei 50mila metri quadrati che saranno restituiti alla città ci sono Burlando, Repetto e Pericu. Degli altri 140mila metri quadrati si sa che saranno destinati al Distripark portuale per le nuove banchine. Nel parco del popolo lo sbocco è soltanto al fiume. «L'acqua è tornata a Cornigliano» dice però Da Molo e Casamonti promette un progetto di recupero con la partecipazione dei cittadini sullo stile di Berlino. A Palazzo Tursi hanno voluto battezzarla «Mut-Azione». I progettisti rivincita, come per la capitale tedesca.
Il primo giorno della riscossa di Cornigliano, anzi la sera, è il prossimo 2 luglio in via Muratori, a fianco di Villa Bombrini. Alle 21 l'orchestra del Carlo Felice si trasferisce sul palco di ferro che verrà allestito sul piazzale di smistamento merci. È cento metri di fronte all'ingresso del gabbiotto dove ci sono un paio di guardie. È un paio di centinaia di metri prima dell'altoforno e del confine delle rotaie. Su di un lato ci sono i vetri rotti del magazzino delle locomotive. In mezzo si troverà spazio per mille posti a sedere. Sull'altro lato c'è il capannone dei ponteggiatori. Mattoni anneriti, che una volta erano rossi. Vetri in discrete condizioni. Pavimento con qualche buco. Le volte, dritte, di aste di ferro. Costruito nel 1951, non ha un valore estetico importante. È la cultura del lavoro che sprizza da tutti i mattoni a renderlo affascinante. La sera del 3 e 4 luglio ospita gli artisti del teatro Archivolto e tutto sarà pronto per trasformarlo nel primo spazio al chiuso delle acciaierie a essere utilizzato dal popolo di Cornigliano, dagli altri genovesi e dai turisti. Il titolo della kermesse scelta è mirato. Cipputi, cronache dal Bel Paese. È un evento che ricorda il trentesimo compleanno dell'operaio più famoso d'Italia in un miscuglio di situazione tragicomiche create dai personaggi di Altan.
Poi il 6, 7, 8 luglio si ritorna sul piazzale in mezzo ai capannoni. Protagonisti i giovani con il festival musicale Goa-Boa. Dalle 17 a mezzanotte per la nona edizione dello spettacolo genovese di tendenza saliranno sul palco artisti del calibro di Carmen Consoli, Laurie Anderson, George Clinton e Parliament, e molti altri. Dal 15 al 19 luglio si torna alla recitazione con il teatro Cargo. In programma un affresco gioioso e leggero degli anni Cinquanta, quando Genova cominciava a essere stritolata dal mostro, intitolato Colomba vola. Cinque personaggi sono combattuti tra i fantasmi del passato e le tentazioni del futuro. Cornigliano attende. Ci vorranno tre anni per la bonifica.
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