Coro di critiche ai «transfughi»

Numerose e articolate le reazioni al «cambio di casacca» di Gabriella Mondello e Giovanni Boitano. Sintetico il commento del ministro Claudio Scajola: «Una profonda amarezza, una grande delusione» sono le sue uniche parole. Più ampia la riflessione dell’onorevole Michele Scandroglio, coordinatore regionale Pdl: «Rifuggendo un confronto leale e aperto la professoressa Mondello ha scelto la via del trasformismo, senza rispetto né per Berlusconi, che l’aveva indicata, né per Scajola, che l’aveva proposta, né verso gli elettori che l’hanno votata. Dal sodalizio Mondello-Boitano mi distingue la concezione della politica. In questi anni ho richiesto, inascoltato, di aprire il partito a quanto di nuovo ci fosse sul territorio; ho richiesto, inascoltato, la collegialità; ho richiesto, inascoltato, che gli organi di Forza Italia prima e del PdL dopo funzionassero coinvolgendo tutte le sensibilità del partito che sfiora il 40%. È prevalsa la logica personale, me ne rammarico». Lapidario il commento del senatore Luigi Grillo: «Ho contribuito non poco all’inserimento della professoressa Mondello in Forza Italia; per questo la sua decisione mi addolora e suscita profonda amarezza. Da tempo i suoi comportamenti non erano in sintonia con lo spirito e l’azione di Berlusconi. La decisione attuale conclude un percorso che forse sarebbe stato meglio si completasse anni fa. Purtroppo in questo periodo il levante genovese è stato messo a soqquadro da una politica che troppo spesso ha privilegiato i profitti di carriera personali all’interesse generale. Da oggi si dovrà cambiare, cominciando a recuperare tutte quelle energie e quelle persone che finora sono state tenute fuori dalla porta». Secondo il senatore del Pdl Giorgio Bornacin «va severamente censurato lo scandaloso cambio di casacca di cui, peraltro, si vociferava da tempo. Nei partiti in cui si è eletti in posti di prestigio ci si confronta e si rimane anche quando non prevale la propria opinione e soprattutto non si deve ricercare esclusivamente posizioni di piccolo potere personale. Invito gli elettori del Pdl, soprattutto del Tigullio, ad isolare il groppuscolo di transfughi che, come in altri casi analoghi, non avranno futuro». A giudizio del vicecoordinatore provinciale vicario del Pdl, Gian Nicola Amoretti, «è sempre motivo di riflessione prendere atto di scelte personali come quelle annunciate dall’onorevole Mondello e da Boitano. Nel rispetto dovuto all’autonomia delle decisioni individuali, resto in ogni caso esterrefatto, in quanto non ho mai avuto motivo di sospettare un’evoluzione di questo tipo. Ma mi sento anche di formulare l’auspicio che l’elettorato dei moderati possa ritrovarsi unito e solidale in vista delle Regionali nel sostegno a Sandro Biasotti. Noi continueremo a impegnarci a fondo, a livello personale e di “squadra”, all’interno del Pdl, per affermare il buon diritto dei cittadini, come hanno ben sottolineato in più occasioni il presidente Berlusconi e il ministro Scajola, ad avere amministratori capaci e vicini alle esigenze della comunità». Si dice «molto dispiaciuto» l’onorevole Eugenio Minasso, vicecoordinatore regionale del Pdl: «La decisione è figlia di una situazione connessa alla nascita del nuovo soggetto politico dei moderati, in cui si sono creati spazi dove qualcuno puntava a inserirsi più e meglio di altri. Mi auguro di ritrovare in futuro Mondello e Boitano dalla nostra parte, ma anche che si faccia maggiore attenzione al nostro interno, aprendo a un’analisi profonda. Dobbiamo fare anche un esame di coscienza e chiederci se abbiamo sbagliato qualcosa. Siamo sempre in tempo per rimediare». Per il coordinatore metropolitano Gianfranco Gadolla, anch’egli «molto addolorato» dalla notizia, «Mondello e Boitano, con cui ho collaborato con grande sintonia, erano due dei punti di riferimento del partito nel levante. Hanno servito Fi e il Pdl in maniera onesta e capace. Mancherà il loro contributo, ma mi auguro proprio che l’alleanza con l’Udc vada avanti e produca importanti risvolti su cui contare per le regionali». Secondo Sergio Cattozzo, che ha portato l’associazione per il Partito popolare europeo a confluire nel Pdl, «la decisione dei due “transfughi“ risale a un disegno che va avanti da mesi e prescinde dalla sconfitta della stessa Mondello come candidato sindaco di Lavagna. Poiché lei è stata eletta al parlamento non con i voti di preferenza, ma in quanto inserita ai primi posti di una lista bloccata, mi aspetterei per coerenza le sue dimissioni dall’incarico a Montecitorio». Parere condiviso dal consigliere regionale Gianni Plinio: «La invito a restituire il mandato parlamentare al partito che glielo aveva conferito». Il capogruppo in Regione Gabriele Saldo dichiara che «la decisione lascia stupefatti. Amaramente prendiamo atto di una scelta che ci risulta non trovare alcun fondamento in querelle politiche». Anche il consigliere regionale Matteo Rosso esprime «profonda amarezza nell’apprendere che una parlamentare del Pdl, da sempre fortemente apprezzata da noi dirigenti, abbia deciso di passare di fatto all’opposizione». Infine per Mario Maggi, consigliere provinciale Pdl con forte radicamento nel Levante, «l'on.

Mondello si è iscritta di fatto a quel gruppo di politici che si fanno eleggere in un partito e, ancora in carica, cambiano casacca. Se c'è qualcuno che da Berlusconi e Scajola ha avuto tantissimo, è proprio lei. Questi trasformismi fanno male alla buona politica e alla comunità sociale e civile».

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