Corona lascia Segrate e va all’Isola dei famosi

Lo scrittore-montanaro come Mancuso: "Cambio editore, prima però pubblico con Mondadori un altro paio di libri". Poi si candida al naufragio nella trasmissione della Ventura. La produzione: non abbiamo neanche fatto il casting

Corona lascia Segrate e va all’Isola dei famosi

È una storia molto simile alla trama di Lost.
C’è il naufrago, ma non l’isola. Ci sono strane voci, ma nulla di sicuro. Ci sono tante verità parziali, ma manca la versione ufficiale. E - come se Segrate fosse l’Isola da cui tutti vogliono fuggire, ma rimanendoci sempre - c’è un virus di follia collettiva che si propaga silenziosamente, senza risparmiare nessuno.
Insomma, c’è un grande mistero e uno strano personaggio, che nella vita reale vive in alta montagna e nella vita reality vivrà in oceano aperto. Gossip da una parte, spettacolo dall’altra. Ovvero le due leggi naturali, o dharma, della televisione. E pure della letteratura.
In nome del gossip e dello spettacolo ieri Mauro Corona - scrittore, alpinista e celebre artista del legno nato sessant’anni fa dentro il carretto dei genitori friulani Domenico “Mene” Corona e Lucia “Thia” Filippin, venditori ambulanti, sulla strada che da Baselga di Piné porta a Trento - ha dichiarato che andrà all’Isola dei famosi. Lo ha detto ai microfoni della trasmissione radiofonica Un giorno da pecora, condotta da Claudio Sabelli Fioretti e Giorgio Lauro: «Mi attirerebbe fare qualche spacconata lì, magari una settimanella... sì, vado all’Isola». Poi, seguendo un perfetto filo logico, ha aggiunto: «Attualmente sono ancora alla Mondadori ma penso che ne uscirò», annunciando che potrebbe presto seguire l’esempio del filosofo Vito Mancuso, per il quale è moralmente imbarazzante lavorare per la casa editrice del Premier. «Mi sono arrivate un sacco di mail di insulti, per questo penso che lascerò la Mondadori di Berlusconi». E, seguendo i tortuosi princìpi etico-economici di una coerenza a singhiozzo diffusissima ultimamente a Segrate, lo scrittore-montanaro ha concluso: «Ma prima devo rispettare il contratto già firmato: devo consegnare due libri». E prendermi due cospicui anticipi, ha dimenticato di aggiungere.
Per quanto riguarda l’abbandono della Mondadori, l’annuncio è arrivato all’improvviso. Per quanto riguarda l’approdo all’Isola, invece, le prime voci risalgono a una decina di giorni fa, a Pordenonelegge, dove Mauro Corona, uno che vive recluso nella sua baita di Erto, nella Valle del Vajont, ma adora i bagni di folla dei festival letterari, era la star della manifestazione. Oggi, quindi, la doppia sparata.
Alla Mondadori tutto tace. Alla Rai anche.
Da Segrate nessun commento, mentre da Magnolia, la società di produzione del reality show, fanno sapere di essere all’oscuro di tutto: «Mai chiamato Mauro Corona. La sua è soltanto una auto-candidatura». E del resto non si sa neppure quando andrà in onda la prossima edizione dell’Isola, né in quale isola, né chi saranno gli isolani, non essendo neppure iniziato il casting. Ma tutto ciò non fa che alimentare il mistero, di cui insieme allo show e al gossip si alimenta la televisione. E pure la letteratura.
Intanto, i fan dello scrittore, sempre bocciato ai premi letterari, sui vari blog lo danno già per vincente all’Isola. Vende più di Aldo Busi, è più simpatico, e per qualche critico (categoria però ininfluente nella scelta del cast) anche migliore sul piano puramente narrativo. In comune hanno solo la Mondadori, per la quale (almeno finora) pubblicano entrambi. Ma Segrate quest’anno ha già vinto Strega e Campiello. Difficile che si aggiudichi anche l’Isola.
Comunque, il sito ufficiale di Mauro Corona - i cui titoli bestseller sono Il volo della martora, animale caratteristico dei mari del Sud, e Nel legno e nella pietra, titolo vendutissimo nelle librerie di molte località rivierasche - lo descrive come «un tipo schivo»: «e non è facile riuscire a scovarlo nella sua bottega-tana, a meno che non lo si veda sgattaiolare fuori per fare un salto all’osteria».
O all’Isola. A sopravvivere sulla quale, famoso o meno, mondadoriano o no, è davvero difficile immaginarselo. E non tanto per le difficoltà fisiche e psicologiche che Corona dovrà affrontare, tutte cose che, da alpinista abituato a cavarsela in situazioni estreme, lo fanno giusto sorridere. Quanto piuttosto per le lattine di birra cui, da naufrago, dovrà rinunciare. Anche se, a pensarci bene, sull’isola di Lost c’erano quelle marca Dharma. Che misteri.


In uno dei suoi libri più famosi, Mauro Corona ha scritto: «Dalla vetta non si va in nessun posto, si può solo scendere». A pensarci bene anche da un’isola. E soprattutto dalla Mondadori.
Detto questo, auguri per entrambe le nuove avventure.

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