Un corpo sparso in giro per il mondo

Dove riposano i resti mortali di Cristoforo Colombo? I risultati emersi dall’esame del Dna sui frammenti ossei conservati nel mausoleo della cattedrale di Siviglia, che li assegnano ai membri della famiglia (non quindi esclusivamente al navigatore), non contraddicono altre versioni secondo le quali essi si trovano invece nella cattedrale di Santo Domingo o in quella dell’Avana, sebbene i cubani abbiano da tempo rinunciato a sostenere la loro candidatura. Il tema, tornato di moda, si spiega con il feticismo per le reliquie che accompagna la memoria dei personaggi famosi.

Cristoforo Colombo muore a Valladolid il 20 maggio 1506 (era nato nel 1451) e il suo cadavere viene sepolto nel monastero di San Francesco. Trascorsi tre anni, suo figlio Diego trasferisce i resti nella Cartuja de las Cuevas di Siviglia, sebbene l’Ammiraglio avesse ordinato che le sue spoglie fossero ricondotte e seppellite a Santo Domingo; ciò avverrà in seguito per volontà della vedova di Diego, che volle onorare il legato del marito, anch’egli sepolto con i tre figli nella tomba familiare della chiesa domenicana. Il trascorrere del tempo fece dimenticare tutto, fino a quando nel 1877 il rinvenimento a Santo Domingo di una sepoltura, che recava la scritta: «Ilustre y esclarecido varón D. Cristóbal Colón. Descubridor de América. Primer Almirante», non riaprì il caso facendo di nuovo esplodere la polemica tra i sostenitori delle diverse sedi. Arriviamo così al 1898, data della perdita delle ultime colonie americane da parte della Spagna, che abbandona Cuba, portandosi via le ossa attribuite al navigatore genovese, poi tumulate nella cattedrale di Siviglia.

C’è però un’altra tesi che considera anche l’occulta ripartizione delle spoglie del navigatore donate a numerose istituzioni: ceneri e frammenti distribuiti a diverse sedi e persone, anche in Italia, all’Università di Pavia (dove si afferma senza fondamento che il giovane Cristoforo abbia studiato) e a Genova, racchiusi in un’artistica urna in una casa privata e a Palazzo Tursi.

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