Milano - Altro che tappa per velocisti, altro che spettacolo alla Milano-show: sul circuito meneghino corridorio "lumaca" per protesta (circuito pericoloso) e quindi "passeggiata" fra le ali di pubblico. E niente classifica. Così la festa del giro milanese si è trasformata in protesta e in polemica.
Tappa non valida per la classifica La direzione di corsa del Giro d'Italia di ciclismo ha comunicato che la tappa di oggi, la Milano-show, vero e proprio festival per i velocisti che si disputa sulla distanza dei 165 km, non sarà valida ai fini della classifica generale. Inoltre, non verranno assegnati i secondi di abbuono ai primi tre classificati; pertanto, i distacchi registrati all'arrivo non avranno effetti sulla graduatoria generale della corsa rosa. "La tappa odierna - fanno sapere dalla direzione di corsa - è considerata come un omaggio alla città di Milano, che ha dato i natali al Giro d'Italia nel lontano 1909". Tutte le classifiche, dunque, rimarranno immutate, solo l'ordine d'arrivo verrà preso in ccnsiderazione ai fini della premiazione. La decisione sarebbe da ricondurre alla volontà degli organizzatori di evitare cadute nelle curve del tracciato meneghino, interamente pianeggiante, dove le velocità saranno elevatissime.
Di Luca: percorso non sicuro "Non riteniamo il percorso troppo sicuro per la nostra incolumità, per questo abbiamo chiesto ed ottenuto dalla direzione di corsa di neutralizzare i riscontri cronometrici della 9/a tappa. Ci scusiamo con il pubblico, speriamo possa comprendere le nostre esigenze, ma andiamo avanti". Lo ha detto Danilo Di Luca, maglia rosa, parlando in qualità di vicepresidente dell'Assocorridori.
Cipollini: incomprensibile Milano non meritava questo trattamento, non capisco e né condivido la decisione dei corridori - ha aggiunto Mario Cipollini, ex sprinter -. Non ne vedo il motivo. Se si corre in bicicletta, si rischia, chi ha scelto di fare questo mestiere lo sa benissimo. Non voglio fare la figura di quello che è sceso dalla bici e si indigna per queste cose".
Il disappunto di Zomegnan "Non condivido la decisione adottata dai corridori, mentre avevo accettato la richiesta di neutralizzare i tempi della tappa di oggi. Il buon senso ci ha imposto di prendere questa decisione, anche sulla scia emotiva di quanto era accaduto ieri, dopo la caduta di Horrillo", ha detto il patron del Giro d'Italia , Angelo Zomegnan, commentando la scelta degli atleti di procedere ad andatura poco sostenuta per limitare al massimo i rischi di possibili cadute. "Evidentemente trovano pericoloso un circuito già più volte affrontato - ha aggiunto Zomegnan - Questo circuito è simile a quello dell'Amstel Gold Race o a quello della Gand-Wevengem, spero solo che la gente non si ribelli. Una corsa si definisce tale quando parte e arriva, mentre viene annullata quando non si sa dove andare". "Abbiamo favorito i corridori - ha concluso il patron della corsa rosa - assestando il tracciato e togliendo possibili ostacoli: non trovo in linea questa posizione presa dai corridori. Per me questa è una 'excusatio non petita, accusatio manifesta', da parte di qualcuno.
"C'è stata premeditazione" "Da due giorni rimbalzano sms critici nei confronti di questo circuito, che aveva superato l'esame della commissione tecnica ed aveva tutte le autorizzazioni. Penso ci sia della premeditazione in quello che é accaduto oggi". Ha aggiunto Zomegnan. "I corridori avevano delle perplessità sul tracciato, che noi abbiamo condiviso - ha proseguito -. Se il circuito è stato percorso a 50 orari negli ultimi 3 giri, evidentemente non era poi così pericoloso. Quello che è accaduto oggi non è rispettoso nei confronti del Giro e neppure nei riguardi della gente di Milano".
"Evidentemente, invecchiando a qualche corridore si accorciano le gambe e si allunga la lingua - ha concluso il patron della corsa rosa -. Ognuno di noi prenderà, comunque, trarrà le proprie conclusioni sui fatti di oggi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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