«Corriere»: grandi soci a consulto

Incontri privati per valutare il verdetto Consob. Smentita l’ipotesi di una trattativa con Ricucci

da Milano

In una giornata abbastanza tranquilla per Rcs, che in Borsa ha chiuso sempre debole, ma quasi invariata a 5,6 euro, a ravvivare la situazione del gruppo che controlla il Corriere della Sera sono state le voci di contatto tra Ricucci, socio con il 18,1%, e il patto di sindacato che ha il 57 per cento. Voci smentite da entrambe le parti.
I grandi soci, secondo altre indiscrezioni, si sarebbero comunque visti ieri pomeriggio per esaminare il responso Consob sul «codicillo» che ha blindato il patto in caso di Opa, ritenuto parte integrante del Patto e quindi destinato anch’esso a decadere in caso di offerta. Ma non si è trattato di una riunione generale, quanto piuttosto di incontri e contatti privati. Come quello avvenuto a Milano tra il presidente di Fiat, Luca Cordero di Montezemolo, e quello di Pirelli Marco Tronchetti Provera. Montezemolo, intercettato all’uscita di casa Tronchetti, ha però detto che si «trattava di un appuntamento fissato da tempo», nel quale si è parlato di tutto, «anche di Rcs».
Dopo il responso Consob il Patto ha già fatto sapere di non mutare il proprio impegno per la stabilità di Rcs. Secondo alcune fonti legali anche l’efficacia della blindatura non risulta indebolita: nell’ipotesi di un’Opa di Ricucci, i soci in difficoltà finanziaria che volessero apportare le proprie quote all’offerta troverebbero del tutto indifferente darle al Patto allo stesso prezzo.
Nel caso invece esistano realmente presunti traditori in seno al Patto, pronti a conferire le proprie quote all’immobiliarista, si assumerebbero un grande rischio.

Gli altri soci, infatti, in tal caso lo chiamerebbero a giudizio chiedendogli un risarcimento dei danni. Per quanto riguarda i contatti con Ricucci, nessuno degli interessati ha confermato l’esistenza di una trattativa.

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