«Quantum mutatus ab illo» è un verso dellEneide, ma per molti aspetti è riciclabile come il miglior commento alleditoriale del «Corriere della Sera» che un tempo dedicava gli articoli di fondo ai massimi sistemi delluniverso, per restare in metafora letteraria. Ebbene oggi quei dialoghi sembrano essersi interrotti: il tiro si è spostato su temi più terreni, inseguendo gli insegnamenti di Baldassar Castiglione che spese tempo ed energie per individuare compiti e doveri del «Cortigiano».
Novello Lina Sotis de noantri, per loccasione, addirittura il fustigatore della casta: Gianantonio Stella, uno che galantuomo lo è sempre stato. E da questo per lui insolito pulpito leditorialista di via Solferino mena fendenti a destra e a manca. In punta di penna, fa le pulci al governo di ieri e di oggi. E sotto il titolo «La sobrietà smarrita» va di lima, sottolineando con la penna rossa vizi pubblici (tanti) e virtù private (poche) delle concioni del politico imperfetto. Perfetto invece larticolo, ma davvero il «Corriere» non trova nulla daltro da rimproverare al governo, oltre alla sobrietà perduta?
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