Il «Corriere della Sera» e la figuraccia

Incerti del mestiere. Una brevissima conversazione telefonica, una sintesi estrema portano, spesso, a confondere i concetti. Càpita. Nell’articolo di Stefano Filippi su Vallettopoli (Giornale del 20 marzo), mi viene attribuita la frase «figura di merda» che contrasta, poi, con quella finale: «Questi sono fatti che non ci riguardano. Oggi è un giornale del gruppo, ma ogni direttore Rcs fa quello che vuole, non c’è una piramide che fa capo al Corriere». Questo virgolettato sintetizza esattamente quello che ho detto. Invece, l’altra frase: «La nostra figuraccia? Abbiamo un direttore, ne risponderà lui», è completamente fuori posto. Avevo detto: su tutta questa vicenda il direttore di Oggi dovrà confrontarsi con l’Azienda. Al contrario, Mieli non deve rispondere di nulla, perché il fondo di Battista era scritto in buona fede. Questa lettera di precisazione è stata preceduta da una mia telefonata a Stefano Filippi, nella quale chiedevo spiegazioni. «Figura di merda - risponde Filippi - ti è scappata!», mi ha risposto. Onestamente non me lo ricordo. Ricordo, invece, che per un paio di volte Filippi mi ha chiesto: «E sulla figura di merda?...». Tutto qui. Grazie per l’ospitalità.
Sebastiano Grasso
Membro del Cdr del Corriere della Sera

Niente incertezze né confusione.

Quando dice che «questi sono fatti che non ci riguardano», Grasso viene smentito dallo stesso Cdr di cui fa parte, che ha chiesto conto della vicenda al direttore Mieli e all’editore. Quanto alla «figura di merda», nel corso della nostra telefonata ho soltanto domandato al collega di chiarire quel suo commento colorito. E, alla luce degli eventi, anche azzeccato.
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