La corsa a ostacoli del contratto dei metalmeccanici

Assemblea molto sorvegliata in Federmeccanica (8 giugno). Il vertice degli imprenditori metalmeccanici è consapevole del difficile rinnovo contrattuale che si prospetta con una piattaforma di Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm dalle richieste molto alte e soprattutto rigide, e con nessuna vera apertura su orario e produttività. Alberto Bombassei, già presidente di Federmeccanica e ora vicepresidente confindustriale con delega alle relazioni industriali, e Massimo Calearo, presidente in carica, hanno fatto un po’ di gioco delle parti ma con un’ispirazione unitaria che così riassume un uomo legato all’establishment confindustriale: «Per il bene dell’industria meccanica andrà fatto quello che si deve fare, non solo quello che si può fare».
Discorso regale di Diana Bracco all’assemblea di Assolombarda (11 giugno). La presidente degli industriali milanesi ha affascinato l’assemblea con un discorso di alto profilo, da presidente nazionale. Dalla sua, Luca Cordero di Montezemolo ha proseguito anche a Milano nel suo infaticabile lavoro di dichiaratore. In pochi giorni ha parlato di tutto: come copiare a scuola, l’evasione fiscale, il sistema elettorale, le pensioni basse, la capacità di decidere del Paese. Naturalmente ha illustrato anche le posizioni della Confindustria sulle questioni di merito, ma lateralmente e con fare svogliato. È apparso soprattutto attento ai giochi politici, ben consapevole di una situazione in cui il governo Prodi è praticamente in crisi. Il centrosinistra, intanto, dalla sua, afferma come la questione essenziale oggi sia acquisire su pensioni, flessibilità, welfare il consenso di Cgil, Cisl e Uil. La Confindustria pare in ombra. Guglielmo Epifani fa battute sull’arretratezza di un Montezemolo su posizioni da padrone delle ferriere per quel che riguarda il problema degli straordinari
È apparsa qualche notizia su importanti siti informativi Internet di screzi tra Montezemolo e Ferruccio de Bortoli. Il direttore del Sole 24 Ore in un’assemblea di suoi giornalisti ha chiarito bene come il quotidiano che lui dirige vuole essere indipendeNte da tutti: da Montezemolo come da Giovanni Bazoli o Alessandro Profumo. In realtà c’è chi nota in editoriali e interviste un certo sbilanciamento pro Bazoli. Comunque le mosse debortoliane appaio legate ai piani che riguardano la quotazione in Borsa del Sole, con qualche preoccupazione dei redattori per eccessivi dividendi distribuiti a Confindustria, e qualche riflessione se il giornale color salmone debba puntare più su iniziative business oriented (per esempio il nuovo femminile) o sull’informazione economica.
Tra l’altro anche quest’anno il bilancio di Confindustria si “fa” con i dividendi del Sole. Un bilancio un po’ squilibrato per i costi di iniziative tese a valorizzare l’immagine del presidente (viaggi, eventi e così via) mentre si svuotano le voci di costi “professional”, quelli legati all’elaborazione delle concrete politiche confindustriali.

A proposito di bilanci e di Sole, va registrata la crescita delle chance di una candidatura per la presidenza di viale Astronomia, di Giancarlo Cerutti, valente industriale nel campo delle macchine tipografiche, legato al côté mediobanchesco e miracoloso costruttore dell’unità confindustriale per la quotazione del quotidiano economico (dopo l’allontanamento di Innocenzo Cipolletta).

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