Monza. Sabato il record di velocità assoluto per una superbike, 330 virgola 2 chilometri allora, e la superpole e la gioia grande. Ieri il dominio alla mattina, in gara uno, vinta; e il dominio al pomeriggio, in gara due, vinta.
Max Biaggi è tornato ad essere, sempre più, il corsaro dei tempi lontani del motomondiale e dei titoli in 250 e delle vittorie nella classe regina. Dirà: «Gara due è stata la conclusione fantastica di un weekend eccezionale. Se qualcuno, un giorno, mi avesse chiesto di pensare alla gara perfetta, il risultato sarebbe stato molto simile a quello ottenuto qui. Ringrazio tutta la squadra, perché con i ragazzi ci sono intesa e affetto, tutto funziona a meraviglia e si lavora bene». E rivela: «Dopo gara uno volevo ancora più feeling e mi sono preso il rischio di apportare delle modifiche... E avevamo ragione: questi cambiamenti mi hanno permesso di fare la differenza». Poi gli abbracci, i sorrisi e la riunione di famiglia quando la sua compagna, Eleonora Pedron, gli viene incontro con in braccio la piccola Ines Angelica.
La grinta mostrata durante lintera giornata dal campione romano dice molto altro: che ci crede, crede sempre più al sogno di poter diventare il primo italiano campione del mondo della Superbike. Con le vittorie monzesi, Max ha infatti ridotto a soli tre punti il distacco dal leader della classifica, linglese Haslam, su Suzuki. E con Biaggi, al sogno mondiale, crede lAprilia sempre più affidabile, maneggevole e punto di riferimento quanto a potenza. Sul dritto, non ce nè per nessuno. La dimostrazione è arrivata nelle due gare: Max praticamente sempre in testa, Max che nella seconda letteralmente ubriaca gli avversari, vedi lo spavento grande e il volo evitato per un pelo di Haslam, Suzuki (alla fine secondo e ancora in vetta al campionato). E vedi il volo grande dellaltro inglese, Crutchlow (Yamaha), finito per margherite quando gli stava incollato. Terza la Bmw di Troy Corser, con la casa tedesca al primo podio mondiale.
Festa per Biaggi, festa per lAprilia, festa per patron Roberto Colaninno che non poteva trovare giorno migliore per la visita papale nel circuito: «Una grande domenica, tutta italiana: dalla pista, al pilota, alla moto, alle gomme, alla benzina e alla livrea tricolore dello sponsor: è lItalia che vola». Tutto vero. Vulcano islandese permettendo.
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