Siccome è impensabile che la collega Laura Alari, la prima a riportare il presunto sfogo di Mourinho dopo Bergamo, se lo sia inventato, bisogna spostare il tiro non su quanto sarebbe stato detto, ma su come sarebbe stato fatto. In pratica: alla collega le frasi incriminate che fanno tanto impazzire gli juventini sono state sicuramente riportate così come pubblicate, ma altrettanto certamente le è stato quanto meno nascosto il contesto. E per questo non è grave che Mourinho abbia davvero letteralmente detto quanto uscito, ma è grave - gravissimo - che il tutto abbia varcato le porte dello spogliatoio.
Insomma, Claudio De Carli nel pezzo che leggete qui sopra, prova a fare chiarezza, ma la sensazione è che il tecnico portoghese si ritrovi ad affrontare un avversario che da qualche anno si era ritirato in disparte: ovvero lo spiffero nerazzurro. LInter di Mancini infatti per tutti era lInter e basta, e lantipatia verso lallenatore che aveva riportato la squadra allo scudetto, seppur - almeno allinizio - in condizioni particolari, aveva cementato lo spogliatoio e i suoi interstizi. LInter di oggi invece non è ancora lInter di Mourinho, almeno in parte e sicuramente per qualcuno. Così ecco antichi vizi che riaffiorano, soprattutto nei momenti di difficoltà. La differenza col lontano passato però è Mourinho stesso, abituato comè ad affrontare le situazioni a viso aperto, senza nascondersi.
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