Corsi e ricorsi Perché quella frase non è il vero problema di Josè

Siccome è impensabile che la collega Laura Alari, la prima a riportare il presunto sfogo di Mourinho dopo Bergamo, se lo sia inventato, bisogna spostare il tiro non su quanto sarebbe stato detto, ma su come sarebbe stato fatto. In pratica: alla collega le frasi incriminate che fanno tanto impazzire gli juventini sono state sicuramente riportate così come pubblicate, ma altrettanto certamente le è stato quanto meno nascosto il contesto. E per questo non è grave che Mourinho abbia davvero letteralmente detto quanto uscito, ma è grave - gravissimo - che il tutto abbia varcato le porte dello spogliatoio.
Insomma, Claudio De Carli nel pezzo che leggete qui sopra, prova a fare chiarezza, ma la sensazione è che il tecnico portoghese si ritrovi ad affrontare un avversario che da qualche anno si era ritirato in disparte: ovvero lo spiffero nerazzurro. L’Inter di Mancini infatti per tutti era l’Inter e basta, e l’antipatia verso l’allenatore che aveva riportato la squadra allo scudetto, seppur - almeno all’inizio - in condizioni particolari, aveva cementato lo spogliatoio e i suoi interstizi. L’Inter di oggi invece non è ancora l’Inter di Mourinho, almeno in parte e sicuramente per qualcuno. Così ecco antichi vizi che riaffiorano, soprattutto nei momenti di difficoltà. La differenza col lontano passato però è Mourinho stesso, abituato com’è ad affrontare le situazioni a viso aperto, senza nascondersi.

Che qualcuno invece lo faccia dietro uno spiffero è segno che non tutti, all’interno dello spogliatoio, gradiscono il nuovo timoniere. Ma avendo conosciuto il tipo e dopo aver visto l’Inter contro la Roma, il sospetto è che stavolta potrebbe non finire come loro sperano.

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