Corte dei Conti: "La Robin tax rischia di colpire i consumatori"

La Corte dei Conti riconosce che la robin tax costituisce la "componente più innovativa della manovra sulle entrate" ma evoca una serie di "rischi" legati alla sua attuazione. Tra questi proprio il rischio "traslazione" sui consumatori

Corte dei Conti: "La Robin tax rischia di colpire i consumatori"

Roma - "E' concreto il rischio che il maggior prelievo" derivante dalla Robin tax "possa essere traslato sui consumatori o su altri soggetti economici". Per la Corte dei Conti, visto che, al momento, andranno "meno di 300 milioni" al fondo per i meno abbienti, "è concreto il rischio che la finalizzazione sociale della robin tax possa risultare molto limitata".

La ricaduta sui consumatori Nell’audizione in Parlamento sul Dpef, la Corte dei Conti riconosce che la robin tax costituisce la "componente più innovativa della manovra sulle entrate" ma evoca una serie di "rischi" legati alla sua attuazione. Il primo è proprio il rischio "traslazione" sui consumatori con un aumento dei prezzi oppure su altri soggetti, ad esempio i lavoratori dei comparti interessati, attraverso i salari. In proposito, "il grado di cogenza della cosiddetta clausola salva-utenti - rileva la magistratura contabile - appare inversamente proporzionale alla sua durata, indipendentemente dalla vigilanza affidata all’authority per l’energia". La corte ricorda, inoltre, che i 733 milioni di maggiori entrate assicurati dall’imposta sostitutiva sui valori latenti delle rimanenze delle imprese petrolifere e del gas "rappresentano, di fatto, una anticipazione della tassazione".

La finalizzazione sociale Per evitare che sia limitata la "finalizzazione sociale" di questo pacchetto di misure, la magisstratura contabile sottolinea "l’esigenza di evitare che i potenziali benefici dell’iniziativa non siano compromessi da costi di gestione (ideazione, creazione, distribuzione e monitoraggio della carta acquisti) elevati. Dunque questa nuova iniziativa dovrebbe collocarsi "in un contesto in cui già sono operanti istituti a sostegno dei meno abbienti e strumenti di misurazione delle condizioni economiche (isee)".

Ultima notazione: queste misure "riflettono, a ben vedere, l’incertezza che continua a dominare la tassazione delle attività finanziarie, stretta fra l’attrattiva della tassazione agevolata e la fuga dalla progressività".

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