Oltre 300 persone hanno aderito alla protesta organizzata dai lavoratori del Teatro Carlo Felice che hanno sfilato ieri pomeriggio per le strade cittadine inscenando un finto funerale con tanto di corona di fiori e signore con veletta nera. Il corteo da piazza De Ferrari ha attraversato piazza Dante e via XX Settembre per dirigersi a palazzo Tursi. La manifestazione, indetta dai sindacati autonomi Fials, Snater e Libersind, senza la partecipazione ufficiale dei confederali, ma con ladesione del comitato No Gronda, una delegazione dellOpera di Roma e una del Maggio Fiorentino, è stata connotata da vari temi musicali, da «Fratelli dItalia» alla «Marcia del Piave» e diverse marce funebri anche di Grisoldi e Pancaldi.
«La nostra proposta è rinunciare allintegrativo per due anni più i quattro ultimi mesi 2010, più il conguaglio di aprile, per un totale di 6,5 milioni di euro - ha spiegato il segretario nazionale Snater Roberto Conti -. In questo modo i lavoratori dellente diventerebbero il secondo sponsor del teatro dopo lo Stato». I sindacalisti della Fials e Libersind hanno spiegato che ora si attende lincontro di questa mattina e che i lavoratori non sono comunque disposti ad accettare le ipotesi di chiusura e gli ammortizzatori sociali.
Il corteo di protesta dei lavoratori del Carlo Felice, dopo aver percorso via XXV aprile e piazza Fontane Marose, si è concluso con un concerto di fiati dentro il cortile di Palazzo Tursi al grido di «il sindaco qua, ci hai messo nelle mani di Garrone». Tra concerti di fiati, «Bella ciao» e cori di «vergogna», cera anche una vignetta dedicata al sindaco Marta Vincenzi: «ecco il 30 per cento dello stipendio, dicono i lavoratori. «Non basta preferisco chiudere», risponde il sindaco in fascia tricolore, mentre un uomo nero dice «questi devono calare anche le braghe».
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