Corteo Lesbiche e viados «Vogliamo la verità»

«Verità sulla morte di Brenda». Dietro questo slogan ieri centinaia di donne e transessuali hanno manifestato nel centro di Roma, in un corteo partito da piazza Vittorio fino a piazza di Porta Maggiore. Insieme una compagnia eterogenea di studentesse universitarie, immigrate con il velo, lesbiche e transessuali di ogni età. Negli striscioni si mescolava il vocabolario della sinistra radicale a quello del femminismo anni Settanta: «Alla vostra sicurezza rispondiamo: la notte è nostra e ce la riprendiamo». «Brenda è morta solo perché ha mostrato quello che viene visto come il lato oscuro della sessualità maschile e del potere - sentenzia Brina, dell’associazione “Lady Fest”, una delle organizzatrici del corteo - se Marrazzo e gli altri non fossero stati uomini di potere probabilmente lei sarebbe ancora con noi». E Jessica, transessuale italiano, confessa: «Oggi ci sentiamo tutte un po’ Brenda, questo sistema infame ha ucciso lei ma anche tutte noi. Vogliamo che la verità venga a galla». I manifestanti, molti travestiti in maniera carnevalesca, hanno ballato al ritmo della musica diffusa dai loro furgoni, mentre alcuni imbrattavano gli edifici del centro con bombolette spray. Tra gli slogan più quotati (e urlati) anche «Brenda: è omicidio di Stato.

Basta vittime del potere» e «Non ci arrenderemo alla violenza maschile. Siamo tutte con Brenda». La manifestazione, intitolata «Contro la violenza sulle donne, sulle lesbiche e trans», è stata organizzata da diverse sigle come «Gay project», «Libellula», «Action» e «Collettivo femminista».

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