Corteo pro Palestina Preghiera sul sagrato e bandiere in fiamme: chiuse le porte del Duomo

Bandiere bruciate. Svastiche su stelle di David, slogan rabbiosi contro Stati Uniti e Israele, tensione in centro e lungo tutto il percorso da Porta Venezia al Duomo, con il cordone di polizia sfondato in più punti. Così è degenerato il sit-in di solidarietà con il popolo palestinese: con una «preghiera di protesta» minacciosamente finita sul sagrato del Duomo, e celebrata dall’imam di viale Jenner, quell’Abu Imad che a novembre è stato condannato in appello a 3 anni e 8 mesi per terrorismo. Il portone del Duomo è stato chiuso per precauzione, e i fedeli musulmani - diverse centinaia - si sono inginocchiati verso La Mecca, nel luogo simbolo della chiesa ambrosiana, che in questi giorni, con il suo pastore, il cardinale Dionigi Tettamanzi, ha predicato l’accoglienza dell’islam fino ad auspicare l’apertura di moschee in ogni quartiere. A sfilare per il centro anche centri sociali e militanti di Rifondazione comunista e dei Cobas.

«Per ore il centro di Milano è stato sequestrato - ha detto il vicesindaco Riccardo De Corato - piazza Duomo è stata trasformata in una moschea e la prima giornata degli attesi saldi è stata compromessa». Il presidente del Consiglio comunale Manfredi Palmeri: «Piazza Duomo è stata violentata».

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