Letteratura

Corto Maltese fa i conti con il nuovo millennio

Il gentiluomo di ventura inventato da Pratt ora è nostro contemporaneo. Non mancano le polemiche

Corto Maltese fa i conti con il nuovo millennio

Corto Maltese, il celebre marinaio creato da Hugo Pratt nel 1967, è tornato ad aggirarsi per le calli della sua amata Venezia. Ha un viso imberbe e sbarazzino e l'orecchino d'ordinanza, è in compagnia di una bella ragazza di nome Semira e la cosa non ci stupisce, però la didascalia recita «ottobre 2002» e intravediamo una villa con piscina, i marchi di famose aziende del lusso, uno yacht da nababbi Sono le prime immagini tratte da La Regina di Babilonia, la nuova avventura in uscita in libreria il 20 ottobre ma già acquistabile online. L'effetto è straniante. Abituati a trovare il gentiluomo di fortuna in contesti più o meno esotici di inizio Novecento, la vignetta che ha per sfondo un pannello che cita Dolce&Gabbana, Luis Vuitton e Gucci provoca un piccolo sussulto. Cosa sta succedendo?

Semplicemente, nella nuova avventura firmata dallo sceneggiatore Martin Quenehen e dal disegnatore Bastien Vivès, Corto fa un balzo negli anni Duemila dimostrando che nel mondo del fumetto tutto è possibile, se ben raccontato. A dire il vero questo salto temporale non è una novità e si inserisce nel piano editoriale di ampliare il pubblico dei lettori, avvicinando il personaggio ai gusti della Generazione Z. La coppia di autori si era già cimentata nel 2021 con un primo tentativo di rinnovamento, Oceano Nero, dove un giovane Corto Maltese (dotato di cellulare) è alle prese con i servizi segreti giapponesi e i narcos, mentre avviene l'attentato alle Torri Gemelle. La Regina di Babilonia racconta quindi gli eventi successivi portando avanti questo nuovo filone narrativo.

In ossequio alle volontà di Pratt, il quale desiderava che il marinaio gli sopravvivesse continuando a solcare i mari della fantasia, negli ultimi anni sono state realizzate dallo sceneggiatore Juan Díaz Canales e dal disegnatore Rubén Pellejero quattro nuove storie, nel solco dello stile grafico del maestro e rispettose delle caratteristiche peculiari del personaggio. Sono lavori gradevoli, dall'impianto tradizionale e all'insegna dell'avventura, purtroppo senza lo spessore culturale dell'originale. L'immaginario prattiano, così intimamente legato alle esperienze di vita e ai viaggi del maestro, al suo essere un lettore curioso nonché un artista che si documentava incessantemente, non può essere replicato. A questo punto, se Corto non è più il doppio di Pratt ma un personaggio di china come tanti altri (per esempio, Asterix portato avanti da Jean-Yves Ferri e Didier Conrad), perché non sparigliare le carte e provare qualcosa di diverso? Ecco dunque nascere il progetto degli albi fuori collana, con i primi due titoli affidati a un disegnatore dalla forte storia autoriale alle spalle e un segno grafico riconoscibile: Bastien Vivès.

Come potete immaginare, tra i fan più tradizionalisti qualcuno ha storto il naso. Se, da un lato, ci sono gli entusiasti che hanno sempre salutato con affetto le recenti apparizioni del gentiluomo di fortuna, dall'altro non mancano i custodi dell'ortodossia, che non hanno digerito né lo svecchiamento del personaggio né l'impronta di Vivès, il suo tratto a volte indefinito, l'uso dei toni di grigio, il dinamismo di certe vignette. Ma c'è dell'altro.

Lo scorso anno il disegnatore è stato al centro di forti polemiche (che dalla Francia sono rimbalzate anche in Italia) per via di alcune sue opere ritenute pedopornografiche. Un'accusa pesante.

Il bubbone è scoppiato il 14 dicembre, quando il prestigioso Festival de la BéDé di Angoulême decise di cancellare la mostra dedicata a Vivès. L'autore avrebbe dovuto essere il protagonista della cinquantesima edizione, prevista dal 26 al 29 gennaio 2023, e aveva carta bianca per l'allestimento di un'antologica con le sue opere. Ma sui social si era scatenata la bagarre a causa di alcuni libri dai contenuti provocatori, che avevano fatto sorgere dei dubbi sulla moralità dell'autore. Ipersessualizzazione della figura femminile, stupri, incesto, rapporti sessuali tra giovani adulti e ragazzine di 10 e 15 anni. Insomma, situazioni e personaggi al limite. Vennero riesumate alcune interviste dove l'artista affermava che, non avendo una sorella maggiore con cui sperimentare certe situazioni, riversava queste fantasie sulla carta. Materiale altamente infiammabile, senza dubbio.

Dapprima gli organizzatori del Festival difesero la loro scelta e l'autore in nome della libertà d'espressione, nonostante le petizioni online e gli appelli da parte di movimenti e associazioni di attivisti. Quando cominciarono le telefonate minatorie agli editori, le intimidazioni ai dipendenti del festival e le minacce di morte sul cellulare dell'autore, la mostra venne cancellata.

Il ricordo di tutto questo, nonostante Vivès abbia pubblicamente condannato la pedopornografia e si sia scusato per le sue dichiarazioni passate, è evidentemente ancora vivo in un certo numero di lettori di Corto Maltese. All'annuncio dell'uscita de La Regina di Babilonia, sui social sono comparsi i primi commenti stizziti: è una vergogna, infangate un mito. Oltre alle prevedibili accuse di lesa maestà per i disegni ritenuti orribili.

Lasciando da parte le polemiche, che cosa troverà il lettore in questa nuova reinterpretazione di Corto Maltese? Siamo nell'autunno 2002, come abbiamo visto, e il nostro marinaio preferito torna ad aggirarsi tra le calli dell'amata Venezia, finendo su uno yacht dove, oltre all'immancabile femme fatale, si trovano trafficanti di armi serbi e agenti dei servizi segreti iracheni (ogni riferimento al recente affondamento nel Lago Maggiore di un motoscafo con a bordo un gruppo di 007 italiani e del Mossad è puramente casuale). Tra le pagine dell'opera riecheggia la storia recente: i conflitti nella ex-Jugoslavia con il loro strascico di odio e vendette, la Seconda guerra del Golfo con l'invasione dell'Iraq e la caduta di Saddam Hussein, la Cia e i jihadisti; mentre Corto Maltese, travolto dagli eventi, è prigioniero in un luogo segreto non lontano dall'antica Babilonia. Amore, avventura, il fantasma della dea Ishtar, il tesoro di Alessando Magno: tutti ingredienti che fanno venire l'acquolina in bocca.

Che sia quindi il lettore a giudicare l'opera senza preclusioni di sorta. Da parte nostra, non possiamo che esclamare: bentornato, Corto!

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