nostro inviato a Porto Rotondo (Olbia)
È prima mattina quando a Villa Certosa iniziano a rimbalzare le sortite notturne di Umberto Bossi. Che da Ponte di Legno - ormai passate abbondantemente le due - si dice pronto a «reintrodurre l'Ici». Un'uscita che Silvio Berlusconi raccoglie con un certo scetticismo. Perché è ovvio che il federalismo fiscale ridisegnerà il sistema delle imposte locali, ma dire tout court che si vuole reintrodurre l'Ici - peraltro appena abolita - non può non essere un autogol dal punto di vista mediatico. «È tornato il solito Umberto di Ferragosto...», si lascia scappare perplesso il Cavaliere nelle sue conversazioni telefoniche dalla Sardegna.
Già, perché prima della malattia quello di Ponte di Legno era una sorta di appuntamento obbligato per il leader leghista. Che con il suo consueto comizio ferragostano provava a dettare l'agenda politica di fine anno. Non è un caso che il federalismo fiscale sia calendarizzato come disegno di legge delega per il Consiglio dei ministri del 12 settembre. Mentre i decreti delegati dovrebbero essere approvati tra novembre e dicembre come collegati alla Finanziaria.
L'accelerazione del Senatùr, però, ha soprattutto due obiettivi. Il primo è quello di continuare con forza a tendere la mano del dialogo al Pd. È dei primi di agosto, infatti, una riunione ristretta a Roma con Bossi, Roberto Calderoli, Raffaele Fitto, Andrea Ronchi, Letizia Moratti, Leonardo Domenici e Sergio Chiamparino. E lì, il ministro delle Riforme e il suo omologo «ombra» si sono appartati per alcuni minuti proprio a discutere dell'Ici. Perché, ha fatto presente Chiamparino al Senatùr, aumentare le competenze degli enti locali va benissimo ma comporta anche un aumento notevole delle spese. E una delle maggiori fonti d'entrata dei Comuni era proprio l'Ici. Un punto su cui il leader leghista si è trovato d'accordo, lui che non è mai stato favorevole all'abolizione dell'imposta sugli immobili («una tassa federalista», spiega il capogruppo del Carroccio alla Camera Roberto Cota).
Bossi, dunque, continua a seguire la via del dialogo. Non solo con l'opposizione ma anche con il Pdl se è stato lui a chiedere al ministro degli Affari regionali Fitto di presentare il testo definitivo del federalismo fiscale in Puglia. Evidente segnale di distensione nei confronti di quello che è uno dei principali ambasciatori del Cavaliere in materia.
Ma il leader della Lega vuole anche porre l'accento su uno dei nodi principali del testo sul federalismo fiscale che già da giorni è nelle mani di Giulio Tremonti: quello delle risorse. Che, pare essere il succo del messaggio, se non ci sono si devono in qualche modo trovare. Ed è soprattutto di questo che parlano fino a tarda sera Bossi, Calderoli e Tremonti in un lungo faccia a faccia a Ponte di Legno.
La sortita di Bossi, com’era prevedibile, apre il dibattito. Con il Pd che parla di «governo in stato confusionale» e il Pdl che frena. D'altra parte, sul punto il Cavaliere - che trascorre tutta la giornata nella sua villa di Porto Rotondo - è piuttosto chiaro durante i tanti colloqui telefonici. Compreso uno con lo stesso Bossi, che decide di chiamare il premier per spiegargli i motivi della sua uscita. La reintroduzione dell'Ici, è il ragionamento di Berlusconi, «non è possibile» perché «era al primo punto del programma di governo ed è già attuato». Poi, quando con il federalismo fiscale ci sarà un decentramento delle decisioni, è chiaro che «le Regioni, e non il governo, potranno assumere ogni decisione autonomamente».
A farsi ufficialmente portavoce delle perplessità del Pdl sono i capigruppo di Camera e Senato Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri. «Solo quando sarà decollato in tutti i suoi aspetti il federalismo fiscale si potrà riesaminare la questione dell'Ici», spiega il primo. «Le promesse vanno mantenute», gli fa eco il ministro Gianfranco Rotondi. Mentre secondo il vicepresidente dei deputati del Pdl Osvaldo Napoli l'Ici deve «rientrare nelle competenze esclusive dei Comuni e delle Regioni».
Poi, a sera, la precisazione di Bossi e Calderoli. Perché è chiaro che il messaggio che sta passando è che per fare il federalismo fiscale bisogna reintrodurre nuove tasse.
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