Così un cane diventa guida per i ciechi. Gratis

Famiglie affidatarie cercasi. Per far crescere con amore pelosi destinati ad un compito gravoso ma bellissimo: aiutare dei non vedenti. Avete capito che non si tratta di aprire le porte di casa a neonati senza famiglia. Si tratta di cuccioli di cane, labrador, golden retriver oppure di pastore tedesco, rigorosamente femmine. Loro appartengono al Servizio cani guida dei Lions che svolgono un servizio sociale straordinario: programmano cucciolate, affidano cagnolini ai privati che se la sentono di dare amore e coccole per qualche mese ai loro piccoli amici e poi li addestrano per affidarli al proprietario definitivo, un non vedente. Che lo riceve in modo gratuito, ma deve garantire affetto e tanta fiducia al nuovo arrivato, il solo in grado di miglioragli la qualità della vita in modo indescrivibile.
Solo la testimonianza di un cieco può trasmettere l’importanza di un cane guida per chi vive nell’ombra. Ma è la parte finale della storia. Che inizia nella Sezione cuccioli del servizio cani guida dei Lions, a Limbiate, vicino Milano. Qui lavora Maurizio Familiari che da 32 anni segue con grande passione il percorso di questi straordinari amici dell’uomo dalla loro nascita. È lui che lancia un appello: «Noi abbiamo bisogno di famiglie che ci diano una mano a far crescere un cucciolo da socializzare ed educare fino all’età scolare - premette Maurizio - Il primo anno di vita del cane è fondamentale per lo sviluppo del carattere e per la sua crescita fisica. Ma per fare questo serve molta pazienza. E bisogna essere disponibili a dargli affetto, tenerezza, momenti di gioco, e una buona dose di “amore per la disciplina”». Il cucciolo non si deve inoltre tenere «in una campana di vetro». Deve familiarizzare con il traffico, rumori, mezzi di trasporto vari, bar, negozi, presenza di altri animali, bambini. E serve armonia di gruppo. «La decisione di allevare un cucciolo deve essere condivisa da tutto il nucleo familiare - spiega Maurizio - e a tutti dev’essere chiaro lo scopo per cui il cane è stato affidato». In pratica, niente pianti né tentennamenti quando all’anno il cane, ormai di casa, va restituito al centro. Per questo la selezione degli affidatari è piuttosto severa. «Spieghiamo prima le cose negative, cerchiamo di demoralizzare, fino a quando capiamo che il nostro interlocutore ha capito la nostra finalità di aiutare il prossimo. Se poi una coppia ci dice che vuole il cane per far fare esperienza al proprio bambino, la bocciamo sonoramente». In effetti, il distacco di un cane per un bambino può essere traumatizzante. Ecco perché al centro addestramento ci si avvicina dopo aver compilato un questionario sul sito www.caniguidalions.it ed essere stati selezionati.
Certo, è umano pensare che qualcuno fatichi a restituire il compagno di un anno di giochi ma se si pensa alla sua prossima missione diventa tutto più semplice. Ci sono famiglie che hanno già adottato dieci cani. Inoltre, il centro paga spese ordinarie e straordinarie del cane, dalla pappa al veterinario. I sei addestratori del centro, nei sei mesi successivi alla riconsegna, fanno il resto. In 50 anni di attività sono stati educati 2000 meravigliosi cani guida, affidati a gente che vive in ogni regione, isole comprese.

I non vedenti si presentano al centro, seguono un corso di addestramento di una settimana e poi se ne tornano a casa con un cane guida. Senza pagare nulla. Tutto questo non ha prezzo. Per questo le richiese sono tante. In questo momento sono 90 ma l’attesa per ottenere un cane guida non supera l’anno e mezzo. Grazie anche agli affidatari.

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