Tre star in prima fila, qualche novità, esordienti di lusso, ma la caccia è sempre al Dottore. Sul circuito di Losail, nella sabbia del Qatar, si riaccendono i riflettori del motomondiale. E sarà di nuovo battaglia per la classe regina delle due ruote con 18 corse (il campionato si chiude il 7 novembre a Valencia, la 125 e la rinnovata Moto2 fanno 17 Gp saltando Laguna Seca) e diciassette piloti al via. Valentino Rossi, nove mondiali conquistati, resta il numero uno, luomo da battere e ancora una volta sarà il rivale di scuderia, Jorge Lorenzo, il più agguerrito e pronto a mettergli il bastone tra le ruote.
Già al top della condizione anche Casey Stoner, il campione di casa Ducati: laustraliano, dopo il black out per motivi di salute, sembra tornato quello dei tempi del mondiale vinto. Mentre lo spagnolo Dani Pedrosa si è visto piuttosto in difficoltà in sella alla Rc212V, cè molta attesa per lesordio nella massima categoria di Ben Spies, lamericano numero uno della Superbike. Così come Capirossi, pronto al record del 300° gran premio in carriera.
Ma la vera novità del mondiale al via è la Moto2, la nuova classe che dopo sessantanni di onorato servizio ha pensionato la mitica 250. Quella che ci ha regalato campioni come Hailwood, Redman, Read, Saarinen, Villa, Lavado, Spencer, Cadalora, Biaggi, Capirossi, Rossi, Pedrosa e Lorenzo. Come dire: una vera palestra per fuoriclasse. A livello tecnico, con lavvento della Moto 2 (per tutti i team un propulsore 600 cc 4 tempi 120-125 cv prodotto dalla Honda) si dà il via a una mono-motorizzazione che ha lobiettivo di ridurre i costi e livellare le differenze fra team. Di fatto, però, segna il dilagare dei 4 tempi (il 2 tempi resiste solo in 125) e la scomparsa delle Case ufficiali sostituite da tanti piccoli team-costruttori di telai. Fra queste squadre anche quella spagnola finanziata da Antonio Banderas, proprio lui, lattore bellone di Zorro e via dicendo.
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