In questi giorni, vi stiamo raccontando un altro Sanremo, il nostro Sanremo. Un Festival fatto di artisti che non sono sul palco del Festival, ma che ci sono stati e che hanno lasciato il segno. AllAriston e in Liguria. E così, nelle prime giornate, è stato il turno di Pacifico e del suo Dolci frutti tropicali e dellArcangelo di Ivano Fossati. Dei loro ricordi di Festival e di Tenco. Dei loro sapori di salsedine e di pesto.
Oggi, però, vogliamo raccontare unaltra storia. Perchè sul palco del Sanremo del Giornale di Genova e della Liguria ci sale uno che al Festival questanno cè davvero. Ma, proprio perchè è altro rispetto al Festival, ci sta bene anche nella nostra compagnia. Carlo Fava viaggia in un altro mondo rispetto a tutto quello che si è sentito in questi giorni sul palco dellAriston. La sua canzone insieme a Noa dà i brividi. Un discorso in generale, scritta da Carlo insieme al compagno di una vita (nel vero senso della parola, andavano a scuola insieme e non essendo più bambini, di tempo ne è passato) Gianluca Martinelli, fa respirare aria di Fabrizio De Andrè.
Così Carlo Fava si risolleva dalla sua «caduta libera»
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