«Così il Comune non rispetta le graduatorie»

I 126 alloggi del piano di Tor Vergata rappresentano l’ultima beffa contro le assegnazioni regolari

«Così il Comune non rispetta le graduatorie»

I 126 alloggi del piano di Tor Vergata, via Gioacchino Volpe, sollevano il caso politico. Poco chiara la lista degli assegnatari. Federcasa tuona: «Le case vanno prima a chi aspetta da 15 anni». La vicenda inizia il 21 maggio quando, per i lavori della Metro C, si cantierizza finalmente piazza delle Gardenie, da cui sgomberano gli occupanti abusivi di una scuola. «Le famiglie che occupavano la scuola e avevano partecipato al bando speciale, hanno ottenuto in assegnazione 23 alloggi dei 126 del piano di Tor Vergata», annuncia lo stesso giorno il delegato del sindaco Nicola Galloro: «Le restanti famiglie, individuate dal piano di assegnazione, che avevano finora collaborato a sorvegliare gli appartamenti pronti contro il rischio occupazioni, ne hanno preso possesso. Sei appartamenti sono andati a nuclei familiari con pazienti psichiatrici. 57 nuclei sono del Bando generale, tra cui 4 disabili, e sono state evase 11 richieste di cambio per gravi motivi, i rimanenti sono stati attribuiti ai bandi speciali. Operazioni come questa mi rinfrancano sulla possibilità di uscire dall’emergenza», concludeva Galloro. Fin qui il Comune. Già basterebbe questo a sollevare qualche interrogativo. Stando alla prosa del comunicato, i conti non tornano. 23 della scuola, 6 famiglie con pazienti psichiatrici, 11 cambi e 57 dalle graduatorie fanno in totale 97. Chi sono gli altri 29? I «rimanenti» nell’ombra sono di altri bandi speciali? Quali? Ma è solo l’antefatto. «Quanto accade a Tor Vergata è l’ennesima dimostrazione delle regole ingiuste applicate dalla giunta Veltroni nell’assegnazione delle case popolari a Roma di cui sono vittime migliaia di famiglie» dichiara Fabrizio Santori, dell’esecutivo di An. Che denuncia «l’intollerabile assegnazione dell’assessorato alle Politiche abitative di alloggi a famiglie extracomunitarie all’interno delle strutture Ater di via Volpe, dove - afferma l’esponente di An - è in pieno fermento un cantiere con ruspe e manovali che potrebbero gravemente compromettere l’incolumità delle 126 famiglie ospitate».
«Il cantiere è ancora in piena attività - denuncia anche Paolo Mauro, del coordinamento sindacale autonomo Csa -. Ne va di mezzo la sicurezza, la salute. La legge vieta che ci siano estranei in un cantiere edile».
A tuonare contro il modo poco chiaro in cui il Comune porta avanti la questione dei bandi speciali è pure Federcasa. Che a Roma rappresenta 4mila famiglie di inquilini. «Il Comune - accusa Gianluigi Pascoletti - ha interesse soprattutto a coprire Action e i movimenti d’occupazione paralleli. Ogni occasione è buona per invocare l’emergenza. Basta occupare una scuola. Un bando speciale e spunta la casa. Quelli che invece sono in graduatoria al Comune con 10 punti, e rispettano la legge, restano beffati. C’è gente chi aspetta dal 1989».

Federcasa è critica anche sul 25 per cento riservato ai bandi speciali dalla delibera sull’emergenza casa: «Prima si devono assegnare le case a chi è in graduatoria, e solo dopo pensare ai bandi. Invece il Comune fa esattamente il contrario. Prima Action, poi gli altri.

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