Così la Danco dà corpo alle mille voci del disagio

Una donna sola in scena alle prese con i suoi sentimenti più profondi. Personalità multiforme e sferzante, autrice, regista e attrice di grande fisicità, Eleonora Danco per la prima volta ospite della stagione del Palladium. Per il suo debutto nel teatro della Garbatella l’artista ha scelto Sabbia, atto unico che ha creato nel 2005 per la rassegna «Garofano verde», qui proposto in un nuovo allestimento, in una versione più matura e articolata, da domani alle ore 21, con repliche fino al 4 febbraio. Con un forte slancio interpretativo, Danco, sola in scena, dà voce a una pluralità di personaggi che si raccontano scoprendo la carne viva dei loro sentimenti, le ansie, la gelosia, le paure legate alla sfera del sesso. Utilizzando frammenti di conversazioni e interviste audio, sullo sfondo di una scenografia essenziale, Danco porta alla luce un’umanità tormentata, incapace di accettare il desiderio, o di accoglierlo nella sua diversità negli altri. Un sogno, un ricordo, un’asfissia legata al piacere, al sesso, al legame con la famiglia.
Il primo spettacolo di Eleonora Danco è Ragazze al muro, del ’96. Nel ’98 inizia una collaborazione con Mario Martone per cui crea Mignotta ’56, tratto da un soggetto di Sergio Citti e nel ’99, su commissione del Teatro Stabile di Parma realizza Bocconi amari, diretto da Gigi Dall’Aglio. Su Radio Tre Rai presenta il documentario Il vuoto e il monologo Non parlo di me. Nel 2003 scrive e interpreta il monologo Nessuno ci guarda; tra 2004 e 2005 Me vojo sarvà; nel 2005 l’atto unico Sabbia, per la rassegna «Garofano verde» al teatro Belli di Roma e la perfomance Silenzio-intrattenimento violento.

Tra i suoi scritti, il testo Tempi morti, di prossima pubblicazione, la raccolta di poesie La giornata infinita e il racconto Corso - che porterà in scena all’Eliseo il prossimo aprile - oltre a una serie di articoli riviste e quotidiani. Tra i prossimi impegni: Ero Purissima in cartellone a maggio al teatro India.

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