Si vedranno nel pomeriggio del 22 dicembre a Palazzo Chigi lamministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, i rappresentanti del governo, le organizzazioni sindacali e le istituzioni interessate: sul tavolo lo spinoso tema del futuro degli stabilimenti italiani legati allauto. Dal top manager, che ieri si è definito «agnostico» sul tema degli incentivi alla rottamazione, si attende anche di conoscere come risponderà alle sollecitazioni del ministro Claudio Scajola, cioè di portare a oltre 900mila unità la produzione italiana di veicoli.
In proposito, alle 650mila vetture prodotte negli impianti del Paese, si dovrebbero aggiungere le 250mila Panda trasferite da Tychy, in Polonia, a Pomigliano dArco (e siamo a 900mila) e i modelli Chrysler, fino a poco tempo fa realizzati da Magna in Austria (il contratto in scadenza nel 2010 non è stato rinnovato dalla casa Usa), che potrebbero essere dirottati sulle linee della Bertone. Ecco allora superata la soglia delle 900mila unità, con la soddisfazione di Scajola. Ieri Marchionne, insieme al presidente della Fiat, Luca di Montezemolo, e al vicepresidente John Elkann, ha incontrato i responsabili delle varie divisioni del gruppo per il tradizionale scambio di auguri. E se ad Auburn Hills, nel Michigan, si era presentato allincontro con gli analisti al volante di una Fiat 500, ieri a Torino, Marchionne è arrivato alla guida dellammiraglia Chrysler, la 300C. «Considerando da dove siamo partiti - ha commentato lamministratore delegato del Lingotto - il 2009 è stato un anno buono. Abbiamo imparato molto, sono soddisfatto. Il 2010? Sarà meglio di questanno - ha risposto - ma non ci vuole molto».
Da Torino, intanto, arriva la smentita sulle intenzioni di cedere Alfa Romeo, come ipotizzato dal Financial Times. «Vendere Alfa Romeo non è sicuramente il primo pensiero di Fiat, anche se tutto è possibile - osserva Pierluigi Bellini, associate director di Ihs Global Insight -; penso, però, che il Lingotto stia cercando di rilanciarla, come ha indicato di recente Marchionne». Il quotidiano finanziario aveva identificato il gruppo Volkswagen tra gli interessati ad accaparrarsi il Biscione. In questo modo la casa di Wolfsburg, che è appena salita al 49,9% di Porsche e ha acquisito il 19,9% di Suzuki, avrebbe così la possibilità di contrastare Mercedes con Audi, e di porre la stessa Alfa in concorrenza con il marchio sportivo Bmw. Volkswagen, in questo momento, ha il forziere che strabocca di euro e nuovi colpi sono allorizzonte, come quello di completare la scalata a Man (camion), di cui detiene il 30 per cento.
Tornando ad Alfa Romeo, lanalista Bellini ritiene che in Italia i modelli del Biscione, in caso di vendita del brand ai tedeschi, «si sovrapporrebbero abbastanza a quelli di Audi». Di certo cè che sul futuro di Alfa è in corso una riflessione da parte di Marchionne.
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