Roma

«Così funziona il Tas, che deciderà il destino della Roma»

L’avvocato Valori racconta come opera il Tribunale di Losanna che giudicherà sul caso Mexes

Massimiliano Morelli

Comunque andrà a finire, nell’intricata vicenda Mexes che la oppone all’Auxerre e che rischia di condizionare pesantemente il suo mercato futuro, la Roma sarà giudicata in un vero tempio della giustizia: il Tribunale arbitrale dello sport di Losanna, vale a dire il massimo organo internazionale della giustizia sportiva. Come ci racconta un suo componente, l’avvocato del Foro di Roma Guido Valori, legale del Coni e Docente di diritto sportivo alla Lumsa.
Avvocato Valori, il Tas rappresenta realmente l’ultimo grado di giudizio?
«Le decisioni del Tas sono inappellabili, anche se in casi rarissimi si può arrivare oltre, al Tribunale federale svizzero. Mai però, nei casi in cui ci si è arrivati, c’è stata una revoca rispetto alle decisioni del collegio giudicante di Losanna».
Esistevano i presupposti affinché l’Auxerre si rivolgesse al Tas?
«In realtà non ci si può rivolgere direttamente al Tas. L’intervento di Losanna è previsto in seconda battuta, dopo la decisione di un soggetto nazionale. Nel caso del difensore francese, si riteneva violato, da parte del club transalpino, il principio contrattuale».
La vicenda Mexes va avanti da più di un anno. Ci vuole così tanto per emettere un giudizio?
«In primis va detto che il Tas è stato investito della questione non da molto. E in ogni caso va aggiunto anche che i giudici di Losanna non sono stanziali ma devono incontrarsi. È una difficoltà non indifferente. E a rimetterci è inevitabilmente la tempistica».
Come funziona il collegio arbitrale?
«Roma e Auxerre hanno scelto un giudice di parte, ai quali è stato aggiunto un presidente, nominato a sua volta dal presidente del Tas».
Il presidente del collegio arbitrale ha un peso specifico diverso?
«No. Per vincere la causa serve la maggioranza, dunque i due terzi del collegio arbitrale».
Si è letto sui giornali che la Roma avrebbe il destino segnato. In negativo...
«Le assicuro che tutto quello che si legge non trapela dal Tas. È però possibile che queste voci siano giunte alla stampa attraverso le parti in causa».
Il Tas è un’istituzione autonoma?
«Lo è da undici anni. Venne istituito dal Cio, e nel 1994 si decise di renderlo indipendente per non creare alcun tipo di dubbio e di perplessità, né ipotesi di collusione con qualsiasi tipo di altra istituzione».
Che importanza viene data al calcio da parte del Tas?
«Le dico solo che è stata creata una vera e propria sezione dedicata al football. E nulla, le assicuro, viene lasciato al caso».
Lei coordina un Master di diritto ed economia dello sport alla Lumsa. Ritroveremo qualche suo allievo al Tas?
«Il master può essere un primo mattone, ma la strada è lunga.

Noi per ora cerchiamo di far nascere dirigenti e consulenti sportivi».

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