«Così ho respinto l’assalto alla Lega nel covo di Santoro»

Roberto Cota l’onorevole eroe.
«Mi sono difeso bene, no?».
Scherza? Due ore e diciotto minuti nell’arena di Michele Santoro non si augurano a nessuno!
«Che poi lui è stato pure moderato, erano più gli altri giornalisti, Gad Lerner e Fabrizio Gatti dell’Espresso... ».
Teorema della puntata di «Annozero»: a Rosarno bianchi e neri si sparano e la colpa è della Lega Nord.
«Comunque le loro posizioni erano talmente faziose e inverosimili che hanno portato acqua al nostro mulino».
Dice?
«Dopo la trasmissione ho ricevuto molte attestazioni positive. Una parlamentare di Alessandria mi ha spedito un sms per dirmi che grazie alla trasmissione abbiamo due tesserati in più».
Voti rubati alla Mussolini magari, che s’è un po’ defilata?
«Mah... Che sia la Lega a dire le cose chiare non è una novità».
Comunque lei alla fine aveva lo sguardo incarognito.
«Eh certo, ma le ha viste le vignette di Vauro?».
Quella della colf di colore di Bossi che sciopera e di lui che dice al figlio Renzo: «Tanto il pannolone me lo cambi tu, vero trota?» non era proprio elegante.
«Ma anche quelle su Berlusconi! È satira, ma non le ho digerite. Del resto il pessimo gusto di Vauro si commenta da sé».
Primo round. Lei che dice: «Il razzismo si combatte facendo rispettare le leggi» e Gatti che le risponde: «La Bossi-Fini è inapplicabile e criminalizza i clandestini». Uno a zero per lui.
«Le argomentazioni di Gatti non erano mai pertinenti. Parlava di clandestini quando a Rosarno l’80 per cento degli immigrati era in regola. Poi ha tirato in ballo la Libia e i respingimenti, quando proprio i respingimenti impediscono la partenza delle carrette del mare, e quindi infine salvano delle vite».
Dice Gatti che la legge crea storture, perché se un immigrato perde il lavoro non può restare in Italia, quindi pur di sopravvivere lavora in condizioni di schiavitù.
«E qui sta il problema: i controlli. Perché si tollera il lavoro nero? Mi dicano perché. Il razzismo si combatte promuovendo la regolarità. Quindi bisogna rimpatriare i clandestini, che altrimenti verranno sfruttati, e contrastare il lavoro nero».
Uno a uno palla al centro.
«Che poi secondo Gatti la legge toglie l’assistenza sanitaria e il diritto scolastico ai clandestini e ai loro figli. E sono falsità. Le cure sono garantite e la scuola è un obbligo. Altra cosa sono le espulsioni».
Ok, due a uno per lei. Secondo round. Lerner che accosta Rosarno all’Alabama del Ku Klux Klan e fa passare il messaggio che la Lega ha introdotto una cultura razzista in Italia, e lei che replica: «Non avete il monopolio della cultura». Chi vince?
«In un’amministrazione leghista la Regione avrebbe speso i fondi Ue per l’integrazione, la Asl avrebbe fatto i controlli sanitari nelle bidonville, i vigili urbani sarebbero intervenuti per chiuderle. Tutte cose che in Calabria non sono state fatte. Qui non è questione di razzismo, è questione che lì il territorio non è governato dall’amministrazione locale. Soprattutto dalla Regione, che ha le competenze su queste materie».
Eh, va be’, questa è campagna elettorale.
«Non è colpa mia se in Calabria governa il centrosinistra. E sì, speriamo che vinca Scopelliti».


Aggiunge Gatti, testuale, che «mentre il loro padrone si pulisce il culo col tricolore, loro ci portano allo scontro sociale». Il «padrone» è naturalmente Bossi.
«Su un problema così gigantesco come l’immigrazione, invece delle menzogne bisognerebbe dire la verità e dare risposte. Altrimenti si getta solo benzina sul fuoco»

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