Roma

«Così immagino i romani a Madrid»

«Dopo i terribili fatti dell’11 settembre, impossibile coltivare la speranza di non avere più paura»

Pier Francesco Borgia

Il festival di Massenzio si avvia alla chiusura. Questa sera i riflettori della basilica si accenderanno su Javier Marìas, i cui testi verranno letti da Laura Morante con l’accompagnamento musicale di Renato Sellani. Per l’occasione lo scrittore spagnolo leggerà un racconto inedito, espressamente confezionato per questa edizione del festival dedicata al tema «Paura/speranza». «Il tema - ricorda l’autore del fortunato Un cuore così bianco - è solo apparentemente angusto, visto che in ogni racconto o romanzo “paura” e “speranza” sono presenti in qualche modo. In questo testo ho immaginato una coppia romana in visita turistica a Madrid subito dopo il tragico attentato dell’11 marzo del 2004. La più grande speranza che vogliamo coltivare è, da sempre, quella di smettere di avere paura. Sembra però, che i fatti dell’11 settembre 2001 e dell’11 marzo 2004 ci dimostrano che questa è l’ultima speranza ormai che si possa coltivare».
Avere Marìas a Roma è un sogno che Maria Ida Gaeta, responsabile del festival, cova sin dalla prima edizione. E che soltanto adesso si realizza. «In verità non mi spaventano gli incontri con il pubblico - spiega Marìas -. Solo che in questi anni sto scrivendo una monumentale trilogia che mi tiene molto impegnato e a causa della quale limito al minimo indispensabile i miei impegni per promuovere i libri che ho già pubblicato».
Il primo volume della trilogia è già uscito anche in edizione italiana (Il tuo volto domani, Einaudi) mentre l’autore sta iniziando la stesura della terza e ultima parte. «Il tema - ricorda Marìas in uno splendido italiano, imparato durante un suo lungo soggiorno a Venezia negli anni Ottanta - è quello della difficoltà di capire come potrebbero essere, un domani, le persone che crediamo oggi di conoscere bene».
Da anni, Marìas, è considerato lo scrittore spagnolo di maggiore talento letterario. Il suo successo ha raggiunto anche gli Stati Uniti dove, forte dell’accoglienza ricevuta da titoli come Domani nella battaglia pensa a me, Tutte le anime e Un cuore così bianco, il suo editore americano ora sta ripubblicando i primi due romanzi, scritti dall’autore intorno ai vent’anni. Anche l’Einaudi ha deciso di adottare la stessa strategia editoriale e da pochi giorni in libreria è arrivato Traversare l’orizzonte, scritto nel 1972. «Mi fa un certo effetto vedere nelle vetrine - spiega lo scrittore madrileno - un libro scritto 33 anni fa. Un testo che, in fondo, non mi appartiene più. D’altronde è sempre più facile ricordare ciò che leggiamo di ciò che scriviamo».
Il rapporto con Roma si è consumato nella lontana estate del ’75, quando Marìas ha trascorso un mese nella nostra città. «Allora i vostri giornali parlavano dell’agonia di Franco. Tema tabù per i nostri mezzi di informazione». Nei suoi soggiorni italiani Marìas ha avuto modo di leggere e apprezzare alcuni autori come Bufalino, Salvatore Satta e Manganelli.

«E naturlamente Foscolo, con il quale condivido la passione per Lawrence Sterne».

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