Così l’espressionismo fustigò soldi e potere

Esposti i disegni di Max Beckmann per un’edizione del «Faust II»

La Casa di Goethe, unico museo tedesco all’estero, festeggia dieci anni di attività con una raffinata ed esclusiva mostra di disegni dell’artista espressionista Max Beckmann (1884-1950), ispirati al Faust II, il capolavoro di Goethe, sintesi delle due anime del poeta, quella nordica e quella meridionale e degli aspetti romantici e classicistici della sua opera, impensabile senza l’esperienza romana.
Dopo la condanna nel ’37 di molti autori di «arte degenerata», Beckmann lascia la Germania nazista e si rifugia in Olanda dove rimane per dieci anni. Sensibile ai temi della trascendenza, il pittore è vicino al «grande teatro del mondo» goethiano e, alla ricerca della propria identità, interpreta Mefistofele come il lato oscuro di Faust, il suo alter ego. È affascinato in particolare alla seconda parte del poema di Faust in cui si fondono mito, poesia e realtà e il tempo si dilata dalla guerra di Troia all’età moderna.
Per l’editore Hartmann di Francoforte, l’artista ha già realizzato una serie di litografie sull’Apocalisse quando, all’inizio del ’43, riceve l’incarico di illustrare il Faust II, la sua opera grafica più importante e l’ultima. In poco meno di un anno completa il lavoro, che lo assorbe e lo aiuta a superare la depressione e in cui riflette i dubbi e le angosce della propria anima. Dopo i disegni preliminari a matita (alla National Gallery di Washington), passa a quelli definitivi a penna. In tutto 143 diversissimi per formato, struttura, stile, che vengono spediti a Francoforte e salvati in un rifugio antiaereo. Anche a causa delle difficoltà nella stampa, saranno pubblicati solo in parte nel ’57 e per intero nel ’70.


La mostra romana (aperta fino al primo luglio), curata da Petra Maisak, presente all’inaugurazione il ministro federale per la cultura e i media Bernd Neumann, offre una selezione di 62 fogli fragili e preziosi, in cui Beckmann alterna «rigore classico e gioco autonomo delle linee» e evocazioni di mondi opposti, dall’Arcadia al medioevo alla cruda realtà della guerra e dell’esilio. Corrosiva la sua ironia nei confronti dell’ipocrisia, del denaro e del potere.
Casa di Goethe, via del Corso 18, tel. 06-32650412. Orario: tutti i giorni 10-18, chiuso il lunedì.

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