Figurati se non può esistere nella realtà. Il libro che non cè, ora cè eccome. Ed è un successo annunciato. Perché lisola di Peter Pan era cosa da sognatori, qui si parla di fiuto per gli affari, soldi, non stelle da seguire. Si intitola Love letters of great men, «Lettere damore dei grandi uomini» e, fino a qualche settimana fa, era solo una finzione cinematografica. È il libro che Carrie Bradshaw (Sarah Jessica Parker) sfoglia mentre è a letto con Mr Big, nel film Sex and the City.
È bastata qualche citazione per rendere lopera inesistente un bestseller: le librerie e i siti internet sono stati inondati di richieste. Così la casa editrice scozzese Macmillan ha avuto lidea: il titolo citato da Carrie è finto, ma quelle lettere esistono davvero; e allora perché non pubblicare il libro che non cè? E Love letters of great men ora arriva davvero sugli scaffali.
Le missive sono state raccolte da una donna, la londinese Ursula Doyle. Daltronde destinatari di queste lettere sono quasi tutte femmine, di quelle capaci di far girare la testa e la penna a Napoleone, Lord Byron, John Keats e lammiraglio Nelson. Da Napoli Lady Emma Hamilton, «la donna più affascinante del mondo», chiedeva al suo Horatio di proteggerla dalle truppe napoleoniche, offrendo in cambio tutta se stessa; e che avrebbe dovuto fare il marinaio (benché sposato)? Allora pure gli uomini di oggi possono trarre ispirazione dalle parole che leroe di Trafalgar scriveva alla sua «Alfa e omega». O, come Beethoven, invocare l«Immortale amata» di turno. Si può obiettare che ormai ci si affida a email e messaggini; e già gli uomini arrancano a scrivere un sms, figuriamoci una lettera. E non si può nemmeno pretendere che i Mr Big siano romantici come Lord Byron o ironici come Oscar Wilde, turbolenti come Enrico VIII o principeschi come Ranieri III (che in fondo scriveva a Grace Kelly). Però, se anche Nelson e Napoleone trovavano il tempo per certe raffinatezze, qualcosa vorrà pur dire.
In mezzo alla battaglia si fermavano qualche minuto per pensare allamore, cercavano le parole per raccontarlo, scarabocchiavano una firma, sigillavano la busta, e poi speravano arrivasse a destinazione. Un cuore lontano, o vicino. Il libro che non cera - notava ieri Ian Kelly sul Times - sarà pure una trovata un po cinica, ma è tanto cinico anche dimenticare il fascino di certe righe scritte a mano.
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