«Così Moretti ha tradito il Caimano»

Michele Anselmi

da Roma

Due anni dopo, Michele Placido fa pace con la Mostra di Venezia. Nel settembre 2004 il suo Ovunque sei venne praticamente linciato all'anteprima stampa (e il giorno dopo i titoli dei giornali amplificarono fischi e sghignazzi); il 30 agosto 2006, tra due mesi, il sessantenne regista-attore sbarca al Lido, come anticipato dal Giornale, in veste di giurato, e sarà lui stavolta a dire la sua sui film in concorso.
Tutto passato, allora?
«Il dispiacere per quel trattamento resta. Ma non fu colpa di Marco Müller, il direttore. Anzi, lui mi difese. Torno a Venezia incuriosito e lusingato. Spero di fare bene il mio dovere, tenendomi lontano da polemiche e risentimenti. Naturalmente, non prometto a priori di premiare un film italiano, sarebbe sciocco. In compenso, terrò conto dei pareri del pubblico e della critica. Farò da tramite, se possibile. Annoterò il mio voto sul diario, ogni sera, con qualche pensierino. Poi, alla fine, ci scambieremo le opinioni. Sono in buona compagnia: da Cameron Crowe a Bigas Luna, da Paulo Branco a Catherine Deneuve».
Già, la presidentessa.
«L'ho incontrata due volte, mai sul set. È un'attrice decisa, dotata di carattere ed eleganza. La stimo molto, sarà la nostra maestra. E poi - non guasta - mi piace pensare a lei anche come a una delle donne amate da Mastroianni».
Lo sa che a Cannes, qualche anno fa, riuscì a tener testa a Clint Eastwood, strappando un premio per Caro diario di Nanni Moretti?
«Non ricordavo, ma l'episodio conferma la grinta della signora. Ci sarà da divertirsi».
A proposito di Moretti, ha fatto pace con lui?
«Chiarisco una volta per tutte. Criticando la sua presenza ai premi “Ciak d'oro”, intendevo semplicemente dire: se ci si assumono responsabilità politiche e si fa un film come Il Caimano, bisogna andare fino in fondo. Io, fossi stato in lui, avrei mandato un rappresentante. Per me è diverso: Berlusconi non l'ho mai vissuto come uno spauracchio, come un totem da abbattere. Se mi davano un premio, andavo».
Dica la verità, con che spirito torna a Venezia?
«Confermo: il migliore. Lì per lì, quella sera del 2004 si rivelò un incubo. Non si tratta così un film, a fischi e pernacchie. Io rispetto i critici, e li ringrazio anche quando sono molto... critici. Però, quella proiezione si trasformò in una corrida, forsennata, parossistica. Ma siccome non sono un vendicativo, l'anno dopo avrei dato volentieri Romanzo criminale al festival che me lo chiedeva. Mica avevo paura, è stata la Warner Bros a decidere così, d'accordo col produttore».
Qualcuno già dice in giro che la sua presenza in giuria sembra fatta apposta per far vincere Amelio con La stella che non c'è.
«Sciocchezze. I retroscena fessi li lascio ai malevoli e ai rosiconi. Amelio è un grande regista, spero che il suo film sia a Venezia. Punto e basta».
Tre anni fa, il presidente di giuria Mario Monicelli osteggiò in ogni modo Buongiorno, notte di Bellocchio, preferendogli un film russo, Il ritorno.
«Ho capito, vuole sapere come mi sarei comportato io. Avrei premiato Bellocchio, pur apprezzando il russo».
Com'è andata con Monicelli sul set africano di Le rose del deserto?
«Benissimo. Mario è un leone. A novant'anni passati, con 45-50 gradi all'ombra, si muoveva come un ragazzo. Che vigorìa fisica, che senso della commedia. Io interpreto un personaggio che nel libro di Tobino non c'è. Una specie di missionario/stregone, un po' alla maniera del Nino Manfredi di Riusciranno i nostri eroi.... Il film dovrebbe andare alla Festa del cinema».
Anche per lei Venezia è «lenta» e Roma «rock»?
«Roma sarà una bellissima festa, come dice Veltroni, ma Venezia resta il festival più importante per noi italiani».
Lei passa da un set all'altro, spesso per piccole parti in amicizia: Rubini, Virzì, Moretti, Soavi...

Non si sente «prezzemolino»?
«Adesso mi fermo per un po'. A parte il nuovo film di Tornatore, La sconosciuta, dove ho un ruolo importante, l'ultima comparsata che ho fatto è in Commediasexi di D'Alatri. Un cuoco che seduce con le sue doti culinarie la moglie di un politico».

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