«Speriamo che sia venuto bene». Nicola Piovani presenta così, con un goccio di scaramanzia, il suo «Padre Cicogna», in scena al Carlo Felice stasera e domani (ore 20.30) e sabato (ore 15.30). Del resto, di scaramanzia c'è bisogno ora più che mai, con i sindacati sul piede di guerra all'indomani del decreto legge Bondi sulle fondazioni lirico-sinfoniche - che assegnerebbe, in primis, un ruolo di rilievo alla Scala di Milano e all'Accademia di Santa Cecilia - che ha scosso addetti ai lavori e autorità politiche, tra cui per prima la sindaco Marta Vincenzi. E se lo stesso Piovani dichiara che «così non si può andare avanti, bisogna fare qualcosa», dal canto suo il commissario straordinario Giuseppe Ferrazza non si scompone. «Questo è un decreto tampone, che serve ad arginare la crisi del settore: la storia dei teatri di serie A e di serie B è una sciocchezza. Del resto, chi può negare che la Scala sia una realtà a se stante? Oltre tutto, se la Scala esce dalla "battaglia" per ricevere i fondi, non può che venire del buono per tutte le altre realtà». Ma intanto sul futuro del Carlo Felice il sipario è ancora calato e non si escludono prossime agitazioni, probabilmente a spese della programmazione, da parte dei lavoratori, decisi più che mai a difendere le proprie buste paga minacciate da una decurtazione del 20%.
Ma torniamo a «Padre Cicogna», racconto sinfonico per quattro voci, voce recitante e orchestra su versi di Eduardo De Filippo, che vedrà sul podio lo stesso Piovani e come voce recitante Luca De Filippo. È la dolorosa storia di un prete che si innamora e decide di sposarsi, incompreso da chi lo circonda e infine abbandonato da tutti; una figura complessa, tracciata con grande amarezza e profondità. Lo spettacolo sostituisce «Concha Bonita», anch'essa di Piovani, prevista in origine nel cartellone e poi cancellata per motivi sostanzialmente economici. Praticamente un inedito, visto che l'opera ha avuto un solo precedente allestimento, nel dicembre scorso al teatro San Ferdinando di Napoli, in occasione dei venticinque anni dalla scomparsa di Eduardo.
«Sono immensamente felice che Nicola abbia musicato questo racconto di papà - ha dichiarato Luca De Filippo - visto che altrimenti sarebbe rimasto un prodotto solo per alcuni cultori o affezionati: come lavoro musicale avrà senz'altro una diffusione maggiore». Una musica che, sempre secondo De Filippo, non commenta le parole del testo, ma le racconta, e diventa essa stessa personaggio attraverso il canto e l'orchestra. Grazie ad uno spartito che alla tradizionale orchestra sinfonica accosta strumenti «inconsueti», come la batteria, il mandolino amplificato, la chitarra e il flauto dolce, o che addirittura convince gli strumenti «normali» a mascherarsi da «popolari», con effetti timbrici curiosi.
«Il testo di Eduardo è perfetto - continua Piovani - non ho toccato una virgola per agevolare il mio lavoro: l'unica cosa che ho aggiunto, con il permesso di Luca e sempre da versi di Eduardo, è una ninna nanna cantata da Catarina al bimbo». Nel cast, Susanna Rigacci, Susy Sebastiano, Pino Ingrosso, Massimo di Stefano.
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