«Così quel prelato si è divertito a violentarmi»

Verranno affrontati dalla Congregazione vaticana per la Dottrina della Fede i fascicoli d’indagine canonica sulle presunte violenze sessuali da parte di religiosi operanti all’Istituto per sordomuti «Antonio Provolo» di Verona, avvenute circa 30 anni fa, su 67 alunni e denunciate da un’associazione di famiglie di allievi. Lo ha reso noto il portavoce della Curia veronese, monsignor Bruno Fasani, precisando che la decisione risponde alle recenti disposizioni papali contro i preti pedofili, allo scopo di accelerare i processi. La Diocesi scaligera - chiamata in causa dall’associazione - aveva accertato che episodi di violenze sessuali erano avvenuti, e che nei confronti dei responsabili erano stati presi provvedimenti di allontanamento. Per gli ultimi sospettati, con violenze risalenti ai primi anni ’90, erano stati avviati procedimenti canonici di espulsione dalla Congregazione. Sul fronte giudiziario, invece, il Giudice per le indagini preliminari di Verona dovrà pronunciarsi il 9 giugno prossimo sull’opposizione all’archiviazione presentata dall’associazione nei confronti del vescovo, monsignor Giuseppe Zenti, che aveva in un primo tempo respinto le accuse attribuendole a mire economiche sui beni della congregazione religiosa «Compagnia di Maria», che gestisce l’istituto Provolo.
Venerdì sera la storia dell’istituto veronese è nuovamenta emersa durante la puntata di «Mi manda Rai tre». A riaccendere i riflettori sulla vicenda è stata la testimonianza choc di un ex allievo. «Sono stato sodomizzato e costretto a rapporti da una quindicina di preti e fratelli», ha detto la vittima. La storia è stata ripresa dal quotidiano Il Gazzettino: Bruno è veronese, ha oltre sessant'anni e vive solo non avendo mai avuto il «coraggio» di farsi una famiglia. È una delle persone sorde, vittime, da adolescenti, di violenze e abusi sessuali a cui sarebbero stati sottoposti da esponenti del clero veronese durante la permanenza all'istituto scaligero.
Penalmente, visti i decenni trascorsi dai presunti episodi denunciati, gli orrori dei presunti pedofili non sono perseguibili. Bruno, che in questi giorni sta seguendo sulla stampa gli scandali di pedofilia che stanno chiamando in causa uomini della Chiesa, ha ricordato all'Ansa, attraverso il consulente dell'associazione familiari Marco Lodi Rizzini, il momento forse più tragico dell'intera triste vicenda, risalente a una cinquantina di anni fa. «Sono sordo da quando avevo 8 anni - spiega Bruno - e sono entrato al Provolo l'anno successivo. Praticamente dalle prime settimane a quando, a 15 anni, uscii da quell'inferno venni sodomizzato e costretto a rapporti di ogni tipo da una quindicina di preti e fratelli».
Bruno era considerato un bambino «prezioso» se a un certo punto un alto prelato della Diocesi lo volle a palazzo.

«Mi ha violentato» sostiene Bruno, indicando che precedentemente aveva subito abusi dallo stesso anche con oggetti. «Un'esperienza terribile - conclude - dalla quale sono uscito sconvolto e che mi ha lasciato segni nella mia vita».

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