«Conosco la provincia di Genova come le tasche dei miei pantaloni, tutti i sessantasei comuni. È la mia terra, è il mio lavoro». Ha la felicità negli occhi Giovanni Boitano fresco di (inaspettata) nomina nel ruolo di coordinatore provinciale genovese del Popolo della libertà. Boitano dal 2002 ricopriva lo stesso ruolo in Forza Italia e, dai bene informati, veniva considerato lagnello da sacrificare sullaltare nella «spartizione» dei ruoli per la dirigenza tra Forza Italia ed Alleanza Nazionale. «Invece, sono qui vivo e vegeto, in politica quello che sembra scontato a volte non lo è. Devo ringraziare il ministro Claudio Scajola, al quale mi lega unantica amicizia, perché è stato lui a volermi ancora in questo ruolo sapendo quello che ho fatto per Forza Italia negli anni scorsi». Ora però Forza Italia è stata messa in cantina e cè da rimboccarsi le maniche per costruire il Pdl. Cè da ripartire da zero, secondo molti, non secondo Boitano: «Non cè bisogno di pensare il partito come se non ci fosse mai stato nulla prima -spiega Boitano-. Si tratta di affinare qualche meccanismo e di coagulare nel giusto modo le varie anime che partecipano a questa importante e affascinante sfida».
Non cè neanche troppo tempo per ragionare su quante cose devono essere fatte perché incombono già la prime scadenze. Una è imposta dal partito, laltra dalle Prefetture. Entro venticinque giorni Boitano dovrà nominare il comitato provinciale e un delegato per ogni comune, mentre tra venti giorni scade il termine per presentare le liste in vista delle elezioni amministrative di giugno e cè ancora da fare: «Non ci lavorerò da solo ma con il mio vicario Gian Nicola Amoretti, stiamo valutando ogni mossa e ci confrontiamo sulle persone da mettere in squadra. Chiediamo il contributo di tutti, speriamo di avere soprattutto quello di donne e giovani». Il pensiero corre alle nomine, magari fatte con un bilancino di precisione per non scontentare le tante associazioni politiche e i partiti che hanno costruito il Popolo della Libertà, ma Boitano smentisce dice che non sarà così perché da adesso in poi si ragiona come un partito unico: «vorrei solo premiare la gente che in An, nella Lista Biasotti e in Forza Italia ha lavorato sodo in questi anni per permettere al centrodestra dei successi -prosegue il coordinatore provinciale del Pdl-. Di persone così ne conosco tante».
Impossibile strappare qualche anticipazione sul futuro assetto del comitato provinciale, mentre le idee sono chiare su come gestirsi a livello territoriale: Manterremo le due sedi a Chiavari e Genova, mentre valuteremo se i circoli che An ha in diverse zone del territorio saranno strategici. Limportante non sono i muri ma avere persone motivate ovunque».
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