da Roma
Una Finanziaria «devastante» per lUniversità e dunque per il futuro dei giovani e del Paese. A dirlo senza eufemismi è il rettore del Politecnico di Milano, Giulio Ballio, durante la cerimonia di inaugurazione dellanno accademico dellateneo a 144 anni dalla sua fondazione. «La nostra reputazione e le alleanze con le altre università non possono rischiare di essere compromesse da brutte figure internazionali di cui non siamo responsabili», attacca Ballio. Il rettore, dopo aver ricordato i risultati raggiunti dallateneo in questi anni punta il dito contro la politica del governo Prodi.
«La Finanziaria avrà un impatto devastante - denuncia - il denaro dello Stato non sarà sufficiente per trasmettere le conoscenze di cui il sistema produttivo ha bisogno». Come in passato anche oggi, dice Ballio «il sistema delle aziende e delle istituzioni deve convincersi che non basta comprare applicazioni della ricerca, bisogna investire in ricerca aiutando la nostra gestione quotidiana». Insomma se non si investe nella ricerca e nelluniversità non si investe sul futuro. «Dobbiamo essere capaci di spiegare che soltanto chi aiuterà la nostra gestione quotidiana potrà avere il diritto di pretendere giovani italiani preparati e responsabili», conclude il rettore. Ad ascoltarlo anche il ministro delle Riforme e innovazione nella pubblica amministrazione, Luigi Nicolais. Di fronte allo scenario drammatico dipinto da Ballio per il futuro dellUniversità Nicolais ha cercato di gettare acqua sul fuoco spiegando che la finanziaria di Prodi «ha dovuto tenere conto della necessità di recuperare 15 miliardi per mantenere l'Italia nei parametri di Maastricht», assicurando pure che «è un una tantum, non è quello che avverrà ogni anno». Ma evidentemente di finanziarie così ne basta una per mandare alla rovina la ricerca.
E mentre da Milano si levava il grido dallarme del rettore del Politecnico a Cosenza il ministro dellUniversità e della Ricerca, Fabio Mussi, ribadiva alla platea riunita per linaugurazione dellanno accademico dellUniversità della Calabria, che questo sarà «un anno magro per tutti».
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