Cronaca locale

Così si vince la sindrome di Marfan

Sabato l’aula magna dell’ospedale Luigi Sacco ha ospitato la quarta edizione del «MarfanDay», convegno divulgativo sulla sindrome di Marfan, organizzato dalla «MarfanClinic» e dall’Associazione Vittorio. Un’occasione per conoscere i sintomi e le cure più innovative per una sindrome ereditaria che colpisce prevalentemente il tessuto scheletrico (articolazioni), l’apparato cardiovascolare (aorta e valvola mitrale) e il sistema oculare. Al convegno erano presenti gli specialisti della «MarfanClinic», un modello organizzativo assistenziale unico nel suo genere per coordinamento e comunicazione tra esperti delle diverse discipline mediche. Una realtà nata nel 2001 presso gli Istituti clinici di perfezionamento sotto la guida del professor Alessandro Pini e dell’Associazione Vittorio e trasferitasi nel 2004 presso l’ospedale Luigi Sacco dove, grazie al supporto del professore Maurizio Viecca e della fondazione «Un cuore per Milano», nel 2005 è stata inaugurata la sua nuova sede. Oltre a offrire ai pazienti la possibilità di sottoporre quesiti clinici, i medici hanno presentato novità per il trattamento della sindrome: una strategia terapeutica farmacologica appena sperimentata, innovative prospettive cardiochirurgiche finalizzate alla conservazione delle valvole cardiache native e recenti opportunità offerte dall’utilizzo delle protesi cardiovascolari da utilizzare nei malati non operabili tradizionalmente. Infine è stata anche annunciata l’apertura di un servizio di diagnostica molecolare, che consentirà di effettuare direttamente in clinica anche test genetici. In questo modo i pazienti potranno eseguire tutte le indagini diagnostiche e terapeutiche nell’ambito di una sola struttura, in modo coordinato con tutti gli specialisti e in tempi e con modalità organizzative molto più rapide.

Un convegno importante per tutte le persone affette dalla sindrome di Marfan e per i loro famigliari, che possono così scoprire le nuove possibilità di cura e imparare a convivere con questa rara malattia.

Commenti