Così la sinistra blinda i dirigenti amici

Secondo «Italia Oggi» è pronto un progetto di legge per impedire all’esecutivo appena entrato in carica di sostituire gli alti funzionari

Così la sinistra blinda i dirigenti amici

da Milano

Bloccare lo spoils system (vale a dire quella vorticosa danza di poltrone e di alti dirigenti statali che si verifica puntuale a ogni cambio di governo), con l’effetto di blindare gli uomini chiave, i direttori generali, nominati dagli attuali ministri.
Sembra essere questa una delle più assillanti preoccupazioni di un esecutivo che, sottoposto in continuazione alle fibrillazioni della sua riottosissima maggioranza, appare costantemente a rischio disastro. Così si è provveduto: il Consiglio dei ministri infatti si prepara a varare, entro la fine di settembre e contestualmente all’approvazione della Finanziaria 2008, un disegno di legge che, secondo quanto sostiene il quotidiano ItaliaOggi, cambierà le regole per la nomina dei massimi dirigenti della pubblica amministrazione.
Dovrebbe andare in pensione, quindi, la legge Frattini che lo spoils system lo rendeva possibile, con la decadenza dall’incarico degli alti dirigenti che non fossero stati confermati dal nuovo esecutivo. Al contrario, il ddl messo a punto dal ministro della Funzione pubblica, Luigi Nicolais, non permette più al governo entrante di licenziare i dirigenti a capo delle direzioni di un ministero, fatta eccezione per i cosiddetti incarichi ad alto tasso di fiducia, come ad esempio quello di capo di gabinetto. Per mandare via tutti gli altri dirigenti di prima fascia occorrerà dare un giudizio negativo sul loro operato ai vertici dell’amministrazione pubblica, che tra l’altro non potrà arrivare prima di un anno dalla loro nomina. La revoca poi avverrà in base a criteri stabiliti in via contrattuale con i sindacati.
Sono stati numerosi negli ultimi anni i dirigenti che hanno sperimentato le durezze dello spoils system, tanto che la riforma dei criteri di nomina, dice ancora ItaliaOggi, era stata a lungo caldeggiata dagli stessi direttori generali. I terremoti ai vertici dei ministeri, infatti, oltre a provocare negli anni tensioni e lacerazioni negli uffici, hanno anche creato un carico di contenziosi finiti nelle aule di tribunale. Ma adesso si dovrebbe cambiare. Il ddl, che fra le altre cose prevede anche misure di razionalizzazione delle norme sul lavoro nelle pubbliche amministrazioni, stabilisce due tipologie di alti funzionari ministeriali a seconda del contratto che si applicherà: individuale per i dirigenti fiduciari, collettivo per gli altri. C’è anche una norma per escludere l’assegnazione di doppi incarichi, incarichi che vengono sottoposti al principio della rotazione per evitare concentrazioni di potere.

E ancora: per la nuova maggioranza che andrà al governo sarà limitata la possibilità di nominare come direttori generali degli esterni; questa possibilità sarà prevista solo nel caso di incarichi che hanno bisogno di profili ad altissima specializzazione e non presenti nell’organigramma. Negli altri casi sarà favorita la nomina di dirigenti che sono già nei ruoli.

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