Così lo spot del gioco saffico fa litigare il mondo delle gay

Renault reclamizza un’auto e sfata un tabù sessuale: due ragazze che flirtano sul letto. È polemica: scelta coraggiosa o offensiva?

Così lo spot del gioco saffico  
fa litigare il mondo delle gay

L’atmosfera è una via di mezzo tra il rassicurante ricevimento in casa dall’ambasciatore (quello del Ferrero Rocher) e l’ambiguo dopocena sullo stile del film «Eyes Wide Shut». Prima brindisi e cioccolatini, poi lo sguardo complice dei protagonisti. Lui e lei? No, lei e lei. La prima, mora: sensualissima; la seconda, bionda: un peperino. Il peperino lancia uno sguardo galeotto alla sensualissima; che gradisce, eccome se gradisce. La mora fa un gesto di intesa e si fionda nella camera da letto, seguita a ruota dalla bionda.
Nel giro di un secondo la mora è stesa sul materasso con slip e reggiseno, mentre la bionda prende una calza e copre gli occhi della «partner». Quest’ultima socchiude gli occhi e inumidisce le labbra (e con lei lo fanno anche i telespettatori). Ormai la tensione è altissima... Ma ecco il colpo di scena, la castana ruba la camicetta rosa cipria che la mora aveva precedentemente gettato sul tappeto e fugge a bordo della Renault Twingo Miss Sixty color rosa cipria, ovviamente.
Questa appena conclusa è la cronaca - scena per scena - di uno spot ironicamente sexy; che, in un mercato pubblicitario noioso e ripetitivo, non è certo cosa da poco. La discussione potrebbe chiudersi qui, battezzando con un complimento un video pubblicitario finalmente originale. E invece no, la «polemica» incombe come la nuvoletta dell’impiegato sulla testa di Fantozzi. Siti, chat e blog di Gaylandia si sono subito lanciati nel bla bla, dividendosi tra «pro» e «contro».
«Uno spot che segna una svolta...», dice Lesbicaconvinta64; «L’ennesima offesa verso la nostra categoria...», replica GiusySap81. Reazioni, entrambe, un tantinello eccessive. Soprattutto lì dove si continua a parlare di «categoria», come se l’omosessualità fosse ancora roba da incasellare con tanto di etichetta. Eppure qualcosa evidentemente ancora non quadra se lo spot circola solo su Sky e non ancora sulle reti Rai e Mediaset. Le quali - pare - si siano già rivolte all’Autorità garante delle Comunicazioni per avere un parere sulla messa in onda. Che ci si trovi dinanzi a una specie di swich off del bacchettonismo nazionale?
Ma chi c’è dietro il video lesbo-chic della Renault? L’idea è venuta al team creativo dell’agenzia «Publicis Milano» che è autore anche degli altri spot Renault come quello dei papà che, fuori da una scuola elementare, aspettano i figli... eccetto uno che, invece, aspetta la bella maestra.
Intanto, sul web, i pareri sulla liason sessual-automobilistica tra la mora e la castana si sprecano: «Ciò che sorprende di più è la messa in onda di uno spot così palesemente provocante e vicino al mondo lesbico. Finalmente si è fatto meno dell’inutile perbenismo che ha costretto alcune campagne, ma anche film o contenuti video ad essere censurati solo perché rimandavano, molto spesso in maniera vaga, ad argomenti omosessuali».
Ma non tutti l’hanno presa bene: «Io sono un maschio gay, ma se fossi una donna lesbica non mi farebbe certo piacere come pubblicità» si legge tra i post di www.gay.it; ma pronta arriva la risposta arriva, con un colpo di clic: «Bisgonerebbe comprare quest'auto solo per promuovere il coraggio dell'azienda. Bravi!!». Addirittura con due punti esclamativi, decisamente troppi!!
Intanto già cresce l’attesa per il prossimo spot-choc. Oggetto del desiderio sempre lei, la Renault Twingo. In Francia va in onda già da qualche mese.

La clip racconta la storia di un ragazzo che, in giro con gli amici diretto verso una discoteca, trova in fila fuori dal locale il padre truccato di tutto punto, con tanto di parrucca e paillettes luccicanti: una drag queen a tutti gli effetti. Dopo il primo visibile momento di perplessità e di imbarazzo, il giovane sorride e dice «Papà, ci metti in lista per entrare?». Risate generali. Scommettiamo che da noi qualcuno si attapirerà?

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