«Così gli studenti continueranno a cambiare prof»

Elena Centemero, relatrice del decreto «salvaprecari» in Commissione istruzione, se l’aspettava la bocciatura sui nuovi criteri di selezione dei supplenti da parte del Tar?
«No. Il compito di gestire le politiche scolastiche spetta al ministro dell’Istruzione e al governo, non ai giudici».
Però qualcuno sostiene che il testo favorisca i docenti del Nord rispetto a quelli del Sud che spesso hanno più punti e più anni di precariato.
«Chi entra in graduatoria sceglie una provincia e può selezionarne altre tre, ma in questo caso si deve mettere in coda ai colleghi autoctoni. Non si privilegia qualcuno, si tutela la continuità didattica».
Invece adesso cosa succede?
«Con le vecchie regole gli insegnanti cambiavano ogni anno».
Perché questo avviene?
«Una volta immessi in ruolo i docenti chiedono spesso il trasferimento da una scuola all’altra o da una provincia all’altra. Spesso si spostano dal Nord al Sud anche nello stesso anno scolastico, lasciando classi scoperte e dirigenti scolastici in caos».
Qualche numero?
«In Lombardia quasi cinque insegnanti su dieci, dopo il primo anno di ruolo, chiedono il trasferimento. Una situazione che non può continuare. Lo chiedono in primo luogo le famiglie degli studenti».
Ma il Tar non ha preso in considerazione il diritto alla continuità didattica?
«No».


Gli immessi a ruolo sono a rischio dopo questa sentenza?
«No, per gli 8000 docenti non c’è alcun pericolo».
E i centomila supplenti nominati secondo il nuovo criterio?
«Anche loro possono stare tranquilli, il ministro li tutelerà con provvedimenti ad hoc».

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