Costa-Gavras presenta il conto ai burocrati

«Adults in the Room» come una tragedia greca

Costa-Gavras presenta il conto ai burocrati

«Da molti anni le sinistre europee hanno fatto flop e che cosa oggi sia la sinistra, politicamente parlando, è difficile da dirsi. Preferisco parlare di una filosofia della vita con qualche idea economica intorno, niente di più. Quello che però è altrettanto evidente è come negli stessi anni l'Europa non sia diventata un continente coeso, ma un impero non liberale, oltretutto mal gestito e mal diretto. Così, ciò che ho voluto narrare nel mio film è in primis una tragedia umana, il potere che imprigiona delle persone, non lascia loro alcuna via d'uscita e infine, nello schiacciarle, ne provoca la divisione. Una tragedia nel senso antico del termine, ma recitata sul palcoscenico della modernità compiuta».

Costa-Gavras, uno degli ultimi grandi della cinematografia mondiale (La confessione, Missing, Z-L'orgia del potere) e che ieri fra l'altro è stato premiato a Venezia con il Jaeger-Le Coultre Glory to the Filmmaker, è il regista di Adults in the Room (fuori concorso), ovvero la storia di come i vertici del Fondo monetario internazionale gestirono nel 2015 la crisi nazionale della Grecia. In pratica, il racconto di una delle vergogne di questo nostro XXI secolo e di cui a distanza di nemmeno un lustro già si comincia timidamente ad ammettere che sì, probabilmente fu un errore, sì, probabilmente si sarebbe dovuto interpretare l'austerità in modo differente, meno rigido, più umano...

Basato sull'omonimo libro di Yanis Varoufakis, all'epoca ministro dell'Economia e poi dimissionario dopo la decisione del premier Tsipras di rinnegare il referendum con cui il popolo greco aveva respinto le misure economiche della cosiddetta «troika», Adults in the Room rimanda nel titolo a un modo di dire anglosassone, il comportarsi cioè in maniera serie e non infantile durante le discussioni. È quanto nel film mormora Christine Lagarde stigmatizzando ciò che a lei sembra l'atteggiamento «irresponsabile» con cui Varoufakis e la sua équipe cercano di trovare un via d'uscita alla disperata situazione economica da loro ereditata, ovvero ridiscutere il debito, permettere la ripartenza dei consumi e quindi dell'economia... Per la verità, visto come poi sono andate le cose, e come il film mostra con brutale semplicità, i veri «bambini» di tutta la vicenda sono proprio i superburocrati europei che, indossando improvvisati quanto mal tagliati abiti da statisti, seppelliscono sotto un rigore quasi sadico un piccolo popolo la cui storia era ed è tutt'uno con quella del Vecchio continente. Lo fanno con la presunzione e la supponenza di chi decide in stanze chiuse, da dove escono solo comunicati ufficiali, forti di un'autorità che non è sottoposta ad alcun mandato e/o vincolo popolare, blindati in una logica di potere, frutto di complicati cerimoniali, che non accetta di essere ridiscussa in quanto tale.

Costa-Gavras presta ai vari protagonisti della vicenda i volti di attori greci noti in patria (Christos Loulis, Alexandros Bourdoumis) e omaggia di un piccolo cameo l'italo-greca Valeria Golino (nel film è Danae Stratou, la moglie di Varoufakis), ma non cade nell'errore di mitizzare la «buona» politica di Siriza a petto della «cattiva» politica europea. In uno scambio di battute, uno dei membri del neonato governo di sinistra saluta con il retorico «No pasarán» dei repubblicani al tempo della guerra di Spagna l'impegno del neo ministro Varoufakis: «Già, però sono passati», dice fra sé e sé quest'ultimo mentre ringrazia...

Film onesto, Adults in the Room ha il merito di ricordarci ciò che l'Europa non è, una comunità nel senso vero del termine, anche se

finge di esser tale. E ciò che invece è, un oligarchico consiglio d'amministrazione volto a ottimizzare in proprio i profitti e a scaricare le perdite sui più deboli, senza cuore, perché senz'anima. Quanto al cervello...

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