Roma - Slitta la discussione generale sul conto consuntivo e il progetto di bilancio interno della Camera, e finisce in coda al calendario dei lavori di Montecitorio, stilato fino alla pausa estiva. Ma c’è anche l’eventualità che tutto venga rimandato a settembre. È quanto ha stabilito la conferenza dei capigruppo, dopo che la riunione dell’Ufficio di presidenza della Camera, convocata inizialmente per questa mattina, è stata rinviata a data da stabilirsi a causa della mancata omologa riunione al Senato. Riunioni utili a dare il via libera definitivo alle misure a favore della riduzione dei costi della politica e sui vitalizi dei parlamentari. Spiega la capigruppo Sd, Titti di Salvo: "Poichè la discussione generale sul bilancio riguarda anche la questione dei vitalizi, e ancora non c’è la piena condivisione sulle misure da adottare da parte delle due Camere, allora si è deciso di procedere oggi solo con la relazione dei questori, e rimandare la discussione generale in coda al calendario, mettendo al suo posto una serie di 12-13 accordi bilaterali da ratificare".
E' scontro sui vitalizi C'è ancora da aspettare prima che il parlamento dia il via libera all'iter per la riduzione dei costi della politica. Serve un accordo tra Camera e Senato ma, soprattutto, occorre che l'intesa sia condivisa da maggioranza e opposizione. I questori del Senato e della Camera, d'intesa con i presidenti Franco Marini e Fausto Bertinotti, hanno elaborato "una proposta globalmente condivisa e ora sottoposta al'approvazione degli organismi responsabili delle due Camere". La soluzione doveva arrivare la settimana scorsa, ma palazzo Madama è stato impegnato con questioni di grande delicatezza (vedi riforma della giustizia). Marini sottolinea che, "in una materia di tale rilevanza, serietà e collaborazione debbono ispirare i comportamenti di tutti". La precisazione arriva dall’ufficio stampa del Senato, dopo le notizie secondo cui ci sarebbero dissensi tra i questori della Camera e del Senato sulla proposta che avvia la razionalizzazione e la riduzione delle spese del parlamento, in particolare per quanto riguarda i vitalizi degli eletti.
Di Pietro: "Il ddl del governo è un pannicello caldo" Il provvedimento del governo che riduce i costi della politica, approvato venerdì dal consiglio dei ministri, è un "pannicello caldo". È quanto ha detto il ministro Antonio Di Pietro, nel corso di una conferenza stampa tenuta con Gianfranco FIni e Gianni Alemanno, per annunciare la nascita di un intergruppo parlamentare che dovrà redigere una proposta di legge per ridurre i costi della politica. "Noi non ci accontentiamo del pannicello caldo - ha detto Di Pietro - dell’ultimo ddl. Sia chiaro, lo abbiamo votato, perché tra zero e cento il dieci è meglio che niente; ma questo non ci impedisce di vedere il novanta che manca". Secondo il ministro il ddl del governo "contiene il rischio di un vulnus", costituito dalle eccezioni contenute dall’articolo 2 del provvedimento.
Il timore di Di Pietro è che dopo il dibattito parlamentare "le eccezioni saranno più numerose della regola". L’obiettivo dell’intergruppo è di raccogliere almeno 100 firme di parlamentari dei due poli sulla proposta di legge che esso redigerà, in modo da "invogliare i presidenti delle Camere" a attribuire la corsia preferenziale al testo. E nel dibattito parlamentare, ha concluso, "il ddl del governo deve essere solo uno dei tanti in discussione, e non deve far mettere in soffitta gli altri".
Bertinotti: rivendico stile e sobrietà... «C’è uno stile di sobrietà che rivendichiamo e che muove anche da un lavoro collettivo». Il presidente della Camera, Fausto Bertinotti, nel corso della conferenza stampa con i questori nella sala gialla di Montecitorio sui costi della politica e in particolare proprio della Camera dei deputati, ci tiene a sottolineare che si va già in questa direzione. Bertinotti ringrazia i presidenti delle Commissioni parlamentari che, spiega, «hanno accettato la classe turistica per i viaggi in Europa e di fissare un tetto per le spese della Commissione». Ma rivendica anche le scelte della presidenza, quelle ad esempio, cita, «di non fare regali di Natale neppure ai deputati, di non prevedere fondi per iniziative che possono essere coperte dal patrocinio senza costi di spesa, di non fare brindisi di fine anno».
Il presidente della Camera spiega inoltre che è giusto intervenire e che la «Camera non vuole essere seconda a nessuno e lo dimostrerà nei fatti». Secondo Bertinotti, e questa è una sua opinione personale tiene a sottolineare, bisogna però distinguere tra costi fisiologici e costi patologici stando attenti che «la democrazia ha un costo».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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