Costretto a decapitare con l’ascia un uzbeko

Ha fatto il giro della Russia il filmato choc: un balordo, per far ritirare la denuncia di uno studente, lo obbliga a uccidere

da Mosca

Quando Roman Bespalov si è presentato dalla polizia per denunciare di essere stato picchiato da un teppista, è scoppiato a piangere e a ha dato libero sfogo ad un racconto che nascondeva verità ben più atroci. Lo studente 22enne è stato infatti costretto da un gruppo di persone, manovrate da un boss locale, a tagliare la testa con un'ascia ad un innocente immigrato uzbeko, al termine di una vicenda che non ha eguali per barbarie e che ha choccato la Russia.
Ora un tribunale della città di Samara, circa 600 chilometri a sud-est di Mosca, ha aperto il processo a carico di Vladimir Kalyadentsev, un giovane criminale, il principale imputato per l'uccisione di due immigrati uzbeki. Roman siede in aula come testimone chiave del giudizio e parte lesa. Il ragazzo, studente, è finito in una sorta di faida locale dopo che aveva minacciato lo zio di Kalyadentsev, tale Valdislav Chebajev. Una sera del settembre 2004, Roman è stato picchiato a sangue all'interno di un night-club da un gruppo di persone. Il giovane, ferito gravemente e ricoverato in ospedale, in seguito aveva sporto denuncia contro un certo Chebajev, rinviato poi a giudizio. Ma prima che Chebajev comparisse in aula, Roman è stato rapito e nuovamente picchiato da una gang di uomini incappucciati, guidati dal nipote del boss. Legato, bendato e spinto dentro una macchina, lo studente si è ritrovato in un bosco, circondato dai rapitori col volto coperto. A questo punto Kalyandentsev ha minacciato Roman: «O ritiri la denuncia o ammazziamo te e tutta la tua famiglia!». Bespalov ha quindi scorto due uomini legati al tronco di un albero, col volto coperto da stracci. Si trattava dei due immigrati uzbeki, operai edili in un cantiere, rapiti dalla banda criminale. Kalyandentsev ha quindi invitato Bespalov a tenere gli occhi ben aperti per vedere «come si fa». Il delinquente ha quindi «impugnato un'ascia e con tre colpi ha decapitato una delle due vittime». Poi ha passato l'ascia al ragazzo e sotto la minaccia di un coltello gli ha detto: «Ora fallo tu. Taglia la testa anche all'altro. Se non lo fai, ti uccidiamo!».
Il ragazzo non ha avuto scelta. Ha impugnato a sua volta l'ascia e ha decapitato l'altro immigrato clandestino. I suoi aguzzini hanno ripreso l'agghiacciante scena con una videocamera amatoriale. Il ragazzo, con le mani insanguinate, è stato quindi costretto a sorridere e fare il gesto della vittoria con le dita a forma di V, fissando l'occhio della videocamera.

Tornato in libertà, il ragazzo, spaventato a morte e straziato dal rimorso di aver ucciso sotto ricatto, è corso al commissariato di polizia per raccontare l'orribile esperienza.
Il filmato che ha choccato la Russia ha fatto il giro di tutte le televisioni del paese.

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