Il cow boy con il piumino contro il bancario con le scarpe sempre lucide

Il cow boy con il piumino contro il bancario con le scarpe sempre lucide

Non è solo una questione di colore politico. A volte conta anche il colore di giacche e cravatte. Centrodestra o centrosinistra che sia, la sfida per le prossime elezioni regionali si giocherà infatti un po’ anche sul look. Da una parte, il governatore della Lombardia Roberto Formigoni, candidato alle regionali per la quarta volta, che ama osare con colori e accessori estrosi (come il cappello in cuoio da cowboy, i jeans e le scarpe da basket bicolore), o indossare moderne camicie e giacche scure «tono su tono» senza cravatta. Dall’altra, il candidato del Pd Filippo Penati, che è invece decisamente più tradizionalista: completi grigio scuro portati sotto il giaccone in tessuto tecnico, camicia (quasi sempre bianca) e cravatta, qualche giacca in velluto beige.
Come si presenteranno agli appuntamenti ufficiali della campagna elettorale? L’ex presidente della Provincia lo vediamo già sui muri di Milano: completo blu scuro griffato Armani, camicia bianca, cravatta blu, e scarpe nere lucidissime. Più «tirato» rispetto alle occasioni ufficiali, dove comunque opta sempre per completi blu o grigio scuro, non ama dare spazio al colore, al massimo a una cravatta regimental o rossa. Un look studiato per la prima volta nel 2004, quando correva per il centrosinistra alle provinciali. Un nuovo look che probabilmente (lui che nel ’94 quando era sindaco della rossa Sesto, ammise che per una foto ufficiale si era dovuto far prestare una giacca blu, che allora non aveva) lo aiutò a scippare la poltrona a Ombretta Colli.
Per la sua campagna elettorale, Formigoni invece rinuncerà all’estro e sarà più rigoroso. Attingerà a un guardaroba (scelto da lui, personalmente) più classico - completi blu scuri o neri, cappotti blu o grigi (per lo più disegnati da Paolo Gerani per Iceberg) e cravatte classiche (da Marinella a Hermès), anche se nel tempo libero non rinuncerà a jeans e piumini.
«Quella dell’uomo politico? Ormai è un’uniforme internazionale. Certamente poco fashion, molto noiosa, ma in fondo comoda, funzionale ai ritmi pressanti e alle personalità dei diversi soggetti» commenta Angela Missoni, direttore creativo della storica maison milanese. «In generale non mi piace quel loro modo di vestire, ma non credo che un revers o una cravatta o una barba diversa possano fare gran il miracolo. Anzi, rischiano d’impacciare, di stravolgere l’identità di persone che non hanno evidentemente il guardaroba nelle loro priorità». Ma per quanto riguarda il look dei due principali candidati alle regionali, la stilista non ha dubbi: «Trovo più interessante e avventuroso Formigoni, che non manca mai di coraggio nella scelta dei colori e degli abbinamenti cromatici, nel vezzo degli accessori e dei dettagli vistosi». Accessori come le pochette colorate che escono dal taschino, ma anche le giacche sgargianti, come quella arancione sfoggiata lo scorso ottobre alla prima giornata degli Stati Generali sull’Expo 2015 («volevo comunicare proprio questo: bisogna tornare a stupire. A meravigliare» disse allora).
Formigoni, prosegue la stilista, «evidentemente, sembra dotato di un suo sense of humour su cui si potrebbe, volendo, ulteriormente e meglio lavorare». Mentre l’ex governatore della Provincia, per la signora Missoni, «al contrario, risulta noioso. Un Clooney de noantri, di regime, con le sue grisaglie e i freschi di lana, gli abiti interi e la barba ben tenuta, quotidianamente “potata”, risulta conformato a quella che appare una tendenza parlamentare. Una tendenza che rende molti ministri del tutto simili agli steward di una compagnia aerea in disarmo».
Secondo lo stilista e creativo Elio Fiorucci, invece l’attuale governatore «sembra uno che la mattina si veste da solo, un po’ più spiritoso e sicuro di sé» mentre il suo avversario «sembra più impacciato, e anche più preoccupato». E comunque per lo stilista, a favore di Formigoni vanno «le giacche colorate, la sua fantasia, e le sue uscite “di rottura”, che lo rendono anche simpatico, oltre che uno di noi». Mentre Penati vince sui giacconi sportivi: «Li preferisco ai cappotti, sono più informali, meno ingessati».
È sempre decisamente meglio un bel cappotto invece secondo Lorenzo Riva, convinto che «il giaccone sia troppo radical chic». Ma quello che non va nel look del candidato del Pd, per lo stilista di alta moda è «uno stile che lo fa sembrare un po’ un bancario», mentre il candidato del Pdl «è più sofisticato». Un consiglio per entrambi? «Penati dovrebbe lasciare nel cassetto gli occhiali dalla montatura trasparente e usare montature più di classe, magari in tartaruga.

Formigoni dovrebbe invece abbandonare il look troppo fashion e i particolari troppo frou frou».
Su una cosa però i due candidati del centrodestra e del centrosinistra si incontrano: su barba e capelli: «Niente da dire – conclude Riva -. Sono entrambi di bell’aspetto e molto curati».

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