Milano - Si apre a Milano il processo in appello per il crac Parlamat. Imputati per aggiotaggio, ostacolo agli organi di vigilanza e falso dei revisori, l’ex patron di Collecchio, Calisto Tanzi, e altre otto persone tra cui la la società di revisione Italaudit, ex Grant Thornton.
Condanne in primo grado Tanzi era stato condannato a 10 anni di reclusione, la società a 240 mila euro di pena pecuniaria e alla confisca di 455 mila euro, mentre furono assolti tutti gli altri imputati, tra cui i tre ex funzionari di Bank of America.
Mercato manipolato Davanti ai giudici della seconda corte d’Appello, è iniziato il secondo atto di una vicenda che ha visto per 15 anni i manager di Collecchio, secondo la ricostruzione degli inquirenti, manipolare il mercato fornendo "informazioni false, dati economici e patrimoniali non veritieri" grazie anche all’alterazione "di tutti gli strumenti finanziari" disponibili, nel tentativo di presentare un’azienda sana quando invece era ormai decotta. Oltre al sostituto procuratore generale Elena Maria Visconi, a sostenere l’accusa, anche il pm Eugenio Fusco, uno dei titolari delle indagini.
Rinvio al 3 febbraio Il presidente della seconda Corte d’appello, oltre a rinviare al prossimo 3 febbraio, quando il giudice relatore Rosario Spina ricostruirà i fatti che hanno portato alla condanna di Tanzi a 10 anni di carcere da parte del Tribunale, ha fissato il calendario: le udienze si terranno anche il 4 (giorno della requisitoria), il 10, il 16, il 18 e il 23 febbraio. Tra i responsabili civili figura ancora Bank of America.
Fuori dall’aula, prosegue la trattativa tra i risparmiatori e Bank of America nel tentativo di arrivare a un accordo su un eventuale risarcimento in merito all’imputazione di Parmalat Brasile dove in primo grado ci fu il proscioglimento per intervenuta prescrizione.
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