Crawl 2000, bando annullato

Rita Smordoni

Torna a galla la vicenda della piscina comunale di via Gran Paradiso, nel IV Municipio. E per Crawl 2000, la società di gestione, si preparano giorni difficili. La II sezione del Tar del Lazio, presieduta da Domenico La Medica, infatti, ha accolto il ricorso delle società che avevano perso il bando di assegnazione nel 1999. A rendere nota la decisione del Tar è il consigliere comunale di Forza Italia, Antonello Aurigemma, già autore di numerose interrogazioni in passato. La sentenza è del 29 giugno 2006, ma è stata pubblicata solo in questi giorni.
Il ricorso era stato presentato sette anni fa da G.I. Sport e Sporting Club Roma contro il Comune di Roma e le associazioni Crawl 2000 e Rari Nantes Nomentano (seconda classificata). Le ricorrenti chiedevano al tribunale amministrativo l’annullamento della delibera 64/99 della IV circoscrizione, competente sulla piscina, che aveva approvato la graduatoria del bando di concessione e la condanna dell’amministrazione comunale al risarcimento pecuniario dei danni. L’udienza si è tenuta il 14 giugno 2006. La gara prevedeva tra i criteri di valutazione delle offerte la precedente esperienza, anche solo dei dirigenti e tecnici, nella gestione di impianti sportivi. «Crawl 2000, però - scrive il Tar del Lazio nella sentenza - si era costituita 5 giorni prima della scadenza del bando, con una base associativa di istruttori di nuoto che non avevano alcuna esperienza di gestione sportiva». «In tale contesto - prosegue la sentenza - è evidente che il criterio usato dalla commissione di gara è in palese contrasto con il bando (...) L’associazione aggiudicataria, in quanto costituita pochissimo tempo prima, non aveva mai gestito alcuna piscina». Pienamente accolta, quindi, la richiesta di annullamento dell’assegnazione. Accolto anche il ricorso contro la Rari Nantes. Respinta la richiesta di risarcimento. «Il Tribunale - conclude la sentenza - condanna il Comune di Roma al pagamento delle spese e ordina che la presente decisione sia eseguita dall’amministrazione comunale».
«Ora il Comune deve eseguire l’ordine - afferma Aurigemma -. In questi anni non aveva mai neppure risposto alle interrogazioni mie e di Antonio Tajani. Anzi, nel 2005 la giunta Veltroni ha addirittura prolungato la concessione a Crawl 2000 di altri 12 anni». La delibera è la n 541 del 26 ottobre 2005. Ora, secondo Aurigemma, il Comune dovrà annullare pure quella: «Ho già scritto al segretario generale del Comune e all’Avvocatura capitolina per sapere che intendono fare. Presenterò una mozione al più presto in aula per attuare il provvedimento del Tar ed evitare che le società ed i cittadini iscritti alla piscina non vengano ulteriormente penalizzati», dice l’esponente di Forza Italia, secondo il quale la vicenda è comunque grave: «Per sette anni una società, stando a quanto recita il Tar, ha potuto gestire in condizioni di illegittimità un impianto pubblico. Nella completa indifferenza dell’amministrazione di sinistra alle proteste dell’opposizione. Il Campidoglio si è dovuto arrendere solo davanti ai giudici».
Da notare che Crawl 2000 paga, da settembre 2005, un canone mensile di soli 348,27 euro.

A leggere con la lente di ingrandimento la delibera n 541, che riguarda anche altri 10 impianti sportivi, si scopre che le strutture che applicano le tariffe comunali, pagano allo stesso Comune appena il 10 per cento del normale canone. Resta tutto da verificare se le tariffe comunali agli utenti, però, sono il 10 per cento di quelle dei circoli privati.

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