Via Craxi e «Bella Ciao», lettori a confronto

Via Craxi e «Bella Ciao», lettori a confronto

2 L’ALTRO PASSATO
Il mistero doloroso

di Botteghe Oscure
Caro Dott. Lussana, Le Amministrazioni di Milano e di Sanremo starebbero progettando di intitolare una piazza o un giardino a Bettino Craxi. Di Pietro, figurarsi, «non ci sta» e, tirando fuori dalla saccoccia una inimmaginabile ironìa, tuona «Bene per una targa a Craxi, basta che vi aggiungano: politico e latitante). Io, Craxi, quando avrebbe preso materialmente le palanche, non l'ho visto. E non ho visto neppure quel signore un pò sciacchèlo (dal Vocabolario Genovese-Italiano di G. Casaccia, anno 1854: di cervel balzano) che, giunto tutto trafelato alla Sede del Mistero più doloroso che gaudioso, il P.C.I., con la borsa piena zeppa di palanche (pardon, di rubli cambiati in Dollari), invece di consegnarli al destinatario (o ai destinatari), parrebbe aver inciampato, «spantegandoli» lungo le Botteghe, che essendo molto Oscure, quando sono andati a cercarli se li erano già pappati tutti e manco il succitato Questurino di Bisaccia (quello che morirà contorto dall'atavico livore che nutre per Craxi e per il Berlusca) li ha mai trovati. Chissà perché, con gli amici che ha nell'ambito Giudiziario e con le moderne tecniche di investigazione, non glieli facesse cercare, e «fusse ca fusse la volta bbona» non li trovassero?
Cordiali saluti e Tanti Auguroni
Luigi Fassone - Camogli
2IO NON CI STO
I suoi meriti non cancellano le colpe
La proposta del Sindaco di Milano Moratti di intitolare una strada a Bettino Craxi ha suscitato, com'era prevedibile, molte polemiche. Perché se l'essere stato un artefice coraggioso di una svolta epocale di contrasto del fortissimo partito comunista italiano giustifica pienamente tale proposta, non altrettanto si può dire per le vicende che lo portarono alla sua condanna per corruzione confermata dalla Cassazione.
Non passava giorno senza che del leader socialista non si apprendessero nuove avventure di corruzione alle quali seguivano ripetute esternazioni nei confronti di chi le denunciava. Ciò provocò la pubblicazione della più corta lettera al «Giornale» che sia mai stata pubblicata: «Craxi, basta!». Due sole parole che bene sintetizzavano lo stato d'animo di moltissime persone.
Giuseppe Torazza - Genova
2SOCIALISTI
Non abbiamo cancellato

la nostra memoria
Caro Massimiliano. Sia chiaro: i socialisti liguri non sono contrari all'intestazione di via e/o piazza a Craxi, ANZI! E non siamo, neppure, imbarazzati, ma, semmai, constatiamo con favore che da più parti politiche e autorevoli esponenti istituzionali, a cominciare da Giorgio Napolitano, sia in atto una diffusa riabilitazione politica.
Ho detto e ribadisco: se l'iniziativa parte dal Psi assumerebbe una dimensione reducistica che Bettino non vorrebbe. L'iniziativa deve nascere spontaneamente innanzitutto dai non socialisti. In questo senso il PSI non farà una battaglia politica sul punto anche perché lo stesso Craxi direbbe che a Genova ed in Liguria ci sono problematiche più importanti ed urgenti.
Grazie e auguri sinceri
Mauro Gradi
segretario regionale Psi
2LIBERALI
Biasotti e quelle parole condizionate
Caro Massimiliano, hai perfettamente ragione la posizione di Biasotti in merito a Craxi è la peggiore che poteva dare. Sarà il «suo gemello» che cerca di recuperare spazio? Era semplice dire «è troppo presto»?
Craxi è ancora un uomo della «cronaca politica» e non della «storia» la sola in grado di fare vera giustizia. Ma Biasotti dice non l'ho conosciuto!!!
Perché? Non è libero. Non è aperto. Non è Lui.
Lo dico con dispiacere e con la speranza che Ti ascolti.
Sarà il «fiato della Lega sul collo» non lo so... ma spero che prima o poi lo faccia e ( scusami) sono certo che quando deciderà di ascoltarti capirà anche quello che vorrebbero «i liberali».

Consigliere Municipale del Pli
2CAPODANNO PARTIGIANO
Genova reagisca

alle provocazioni
Caro Massimiliano, il capodanno genovese con «bella ciao» testimonia ancora una volta la falsità e l’ipocrisia della quale si avvale la classe politica dirigente della città di Genova.
Sono certo che la sindaco Marta Vincenzi avrà il coraggio di rivendicare la scelte di questo modello di spettacolo come scelta sua e della sua giunta. Genova ed i genovesi non meritavano una prova di forza così meschina e di una pochezza umana disarmante.
Genova non è «bella ciao»! I genovesi non sono «bella ciao»!
Dopo un atto di simile portata per la nostra città e per ritrovare un autentico orgoglio cittadino mi vengono alla mente le parole di Zygmunt Bauman «La nostra vita è un’opera d’arte, che lo sappiamo o no, che ci piaccia o no». Il cittadino genovese deve reagire a queste forme di imbarbarimento della vita politica e sociale verso il quale una certa politica ci vuole spingere.
Quella che ci ha lanciato la Vincenzi è una sfida e tutta Genova la deve raccogliere.
Basta strumentalizzazioni politiche, la città è stanca del processo di narcotizzazione culturale che questa classe dirigente da anni impone sui cittadini genovesi.


Gian Luca Fois
2COLONNE SONORE
I canti appropriati

di Marta e don Gallo
La Sindaca di Genova, SuperMarta, e il Prete, Super Don Gallo, hanno intonato a Capodanno, Bella Ciao.
Affinché il duo canoro non si sciolga e anche per non essere ripetitivi, sarebbe lecito aspettarsi che all Festa della Liberazione cantassero Tu Scendi dalle Stelle.
Cordialità.
Pietro Canepa Croce

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