Lacrime, garofani e tanta folla hanno segnato stamattina la commemorazione di Bettino Craxi, a dieci anni dalla morte, sulla tomba nel piccolo cimitero cristiano di Hammamet, dove sono arrivati i fedelissimi di un tempo, Gianni De Michelis e Rino Formica, i ministri di oggi, Franco Frattini, Maurizio Sacconi e Renato Brunetta e, confusi tra centinaia di militanti e nostalgici, tre ministri tunisini mentre il presidente Ben Alì ha inviato un cuscino di rose rosse e bianche che sovrasta il sepolcro del leader socialista. Doveva essere una commemorazione in silenzio, senza interventi né di familiari né di esponenti politici. Ed invece la voce degli ex socialisti si è fatta sentire per chiamare un applauso della folla: "Bettino, Bettino, sei il vero socialista". E poi un grido dell'assessore di Reggio Calabria, Candeloro Imbalsato: "c'é tutta l'Italia in onore di Bettino Craxi, tutta l'Italia". I figli Stefania e Bobo, che prima si fermano a lungo a parlare con i giornalisti per tenere viva la memoria del padre, stanno ai lati della tomba mentre la moglie Anna, in disparte anche nel giorno del ricordo del marito, viene fatta avvicinare alla tomba e parte un nuovo applauso. Poi se ne va, gli occhiali scuri fissi sul volto, al braccio dell'imprenditore Tarak Ben Ammar, stringe mani e ripete: "sto bene, solo che queste giornate mi stanno sfiancando".
Tutta Hammamet si è fermata per mezzora, durante la cerimonia, e per rispettare il rigido protocollo di sicurezza per la presenza dei ministri italiani e tunisini. Per evitare polemiche in Italia, "i ministri italiani - spiega Stefania Craxi - sono venuti a titolo personale" e nessuno ha letto messaggi sulla tomba. In prima fila il capogruppo Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto mentre i fedelissimi di Bettino Craxi ai tempi d'oro restano in disparte: Paolo Pillitteri, Gianni De Michelis e Rino Formica, tutti speranzosi che la grande partecipazione ad Hammamet sia una spinta in più per la riabilitazione del leader socialista.
Formica "Una commozione diffusa e generale che contrasta con i grumi di odio che ancora ci sono in Italia. Il Paese reale è umano, il Paese che ha vissuto sull'odio è minoritario ma alza molto la voce. Verrà una generazione che gliela farà passare". Così Rino Formica evidenzia, al termine della commemorazione del leader socialista, la distanza tra la partecipazione della gente comune e le polemiche che nascono ancora in Italia su Craxi.
Brunetta "Ora è necessaria una riflessione 'a freddo' e pacata sul ruolo e la figura di un uomo politico che ha fatto tanto per questo Paese. Probabilmente riflettendone anche i difetti". Il ministro Brunetta, parla così della figura di Bettino Craxi e. "Io ho voglia di chiarezza. Sono un socialista che in quel periodo non aveva ruoli nel partito ma sento ugualmente la responsabilità di un chiarimento, perché ne va del nostro futuro e non si può costruire un futuro su basi fragili" ha sostenuto il ministro, ricordando di essere ad Hammamet "per ricordare e dare onore alla fiugura di un uomo come Craxi, a dieci anni dalla sua scomparsa".
Frattini "E' stato un grande uomo di Stato". Sono le parole che il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha pronunciato uscendo dal cimitero di Hammamet dove si è appena svolta la cerimonia per il decennale della morte di Bettino Craxi. Dopo aver sostato qualche minuto di fronte alla tomba del leader socialista assieme ai ministri Renato Brunetta e Maurizio Sacconi, il titolare della Farnesina ha detto ai giornalisti: "In questo momento non voglio parlare, è un momento di raccoglimento. Sulle tombe non si rilasciano dichiarazioni". Il ministro ha pronunciato qualche parola solo dopo essersi allontanato dalla tomba di Craxi: "Riflettiamo - ha detto - sulla politica che lui ha costruito". E ha aggiunto: Craxi "é ancora dentro le menti e i cuori di molti italiani".
Bersani "Non è il momento di gesti ma di consentire una riflessione storica e un giudizio più equilibrato su quella figura e quella vicenda". Lo ha detto il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, rispondendo alle domande dei giornalisti. "Spero che questa - ha aggiunto il leader del Pd a margine di una manifestazione a Caltagirone sul 91/o anniversario dell'appello 'Ai liberi e forti' lanciato da don Luigi Sturzo - non sia l'occasione per accendere gli animi ma sia un'occasione per questo tipo di riflessione che riesca a vedere gli elementi di novità che questa figura ha introdotto nella discussione politica parlando delle grandi riforme, come quelle istituzionali, e dei meriti e dei bisogni: temi certamente notevoli e attuali.
E poi però non si dimentichi - ha osservato Bersani - il fatto che quelle idee di riforme siano dopo degenerate nel meccanismo della cosiddetta governabilità che ha sottovalutato largamente i temi della questione morale che non può essere ridotta solo al tema del finanziamento dei partiti: c'era qualcosa di più e di più largo, e questo lo sappiamo". "Credo che tutto questo - ha concluso Bersani - vada consegnato a una riflessione più pacata che prenda pesi e misure di una figura che comunque è stata di grande rilievo nello scenario politico italiano".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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