Creatività, cultura e tendenze E così nasce la «città a colori»

Milano saluta il Salone e pensa già all’appuntamento per il prossimo anno, il 12 aprile 2011 quando si riapriranno gli stand della Fiera per festeggiare il 50esimo anniversario del mobile. C’erano tutti questa settimana per le strade della città a seguire gli eventi del Fuori Salone. Turisti, personaggi famosi, semplici curiosi. Avvolti per la prima volta in un’atmosfera che aveva in sé qualcosa di diverso e non parlava solo di design. Ma anche di arte. Così come è accaduto a «Casa Letizia» l’associazione nata lo scorso marzo, con lo scopo di riproporre anzitutto la Milano del fare, dell’ascoltare, del crescere. Con uno sguardo rivolto al passato per recuperare il senso della tradizione che vuol dire facilitare l’ingresso nel mondo dei tanti artisti relegati nelle loro tele. Letizia Moratti, Marcello di Capua, presidente dell’associazione e alcuni soci hanno voluto l’evento Fuori salone «Milano a colori», un titolo che già da solo dà speranza nell’avvenire. E così dal 15 al 19 aprile, in via Montebello 24, si sono susseguite le esibizioni di giovani artisti alle prese con la pittura, accompagnati da vere e proprie opere di design realizzate con il cartone: sedie, poltrone, librerie, letti, culle, lampade, scrivanie costruite artigianalmente dagli studenti del Politecnico. L’esposizione è stata realizzata da Homelesstudio a cura dell’architetto Silvio De Ponte. Sedici artisti si sono esibiti dando colore a gigantografie in bianco e nero realizzate da Marco Cisaria. Scorci di Milano che sotto lo sguardo attento dei visitatori hanno preso colore perché come ha detto Claudio Monnini, uno degli artisti presenti: «Milano a differenza delle grandi città d’arte che non danno spazio a nuove visioni, offre la possibilità di molta immaginazione, di molto colore».
«Ho una sensazione positiva, un lavoro fatto con persone professionali e quando c’è professionalità le cose riescono sempre bene» aggiunge Enrico Sgarbi che ha collaborato all’evento con l’installazione della sua «Città dei consumi». Esperto e studioso d’arte racconta che è stata la sua prima collaborazione con Homelesstudio. «Anche l’arte va fondata sulla professionalità e dopo i quattro giorni di “Milano a colori” auspico che Casa Letizia riesca a dimostrare di essere il punto di congiunzione tra creatività e imprenditoria. È la città più importante in Italia per l’arte contemporanea».


Marco Cisaria che insieme a Stefano Pilla manda avanti Homelesstudio è molto soddisfatto del lavoro che sono riusciti a fare e spiega come nasce “Milano a Colori”: «Un’idea di Marcello Di Capua (presidente dell’associazione) e l’esperienza di Silvio De Ponte ci hanno permesso di realizzare questa quattro giorni dove il concetto che abbiamo voluto rappresentare è che il colore dà spessore alle cose, pensare a colori è un metodo di comunicazione comune a tutti». Insomma, con «Casa Letizia» è nato un nuovo modo di concepire Milano, la città di chi ha deciso di viverci e di chi vuole rompere gli schemi.

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