«Se sarò lassessore alla Cultura anche nella prossima giunta voglio organizzare due cose: un grande festival musicale - che abbia come centro la Scala ma coinvolga tutti i teatri cittadini - e un premio letterario». Stefano Zecchi lo spiega alla Camera di commercio, dove è stata presentata una ricerca sui creativi, le persone retribuite per i prodotti del loro pensiero e che fanno dellimmaginazione il cuore del loro lavoro, in tutti i campi. I numeri di Milano non sono da primato: «La prima città italiana per classe creativa è Roma, Milano era quarta nel 1991 e sesta nel 2001» si legge nella ricerca curata dalla Bocconi e dalla stessa Camera di commercio. Un progresso cè stato. Nel 1991 la quota di creativi tra gli occupati era del 19 per cento, dieci anni dopo si è saliti al 30, quasi uno su tre. In città si concentra inoltre il maggior numero di creativi fra i 30 e 41 anni. Ma cè chi fa meglio.
«I professionisti creativi si concentrano a Roma, Genova, Trieste, Bologna, Napoli - le prime cinque - a Milano e Firenze» spiega ancora lo studio. E questo nonostante in città ci siano condizioni favorevoli come la presenza delle case di moda e delleditoria, ci siano molti stranieri e un reddito pro capite alto. Il divario con Roma, insistono i curatori, resta evidente però. «Sono milanese, ma vedo che Barcellona, Monaco, la stessa Roma fanno di più per i creativi» racconta dal tavolo degli ospiti Ugo Govigli, amministratore delegato di BenQ, una ditta di telefonini che trasferirà in città il suo centro internazionale per la progettazione dei nuovi modelli. «Forse Govigli non ricorda la Milano di 15 anni fa, con una classe politica smembrata e un tessuto da ricostruire...» ribatte il «milanese dazione» Zecchi. «La differenza con la Capitale? Roma non fa e parla; Milano fa, e poi parla. Si può dire che dobbiamo comunicare meglio le nostre iniziative, ma i dati parlano chiaro: qui si vendono più biglietti per cinema e teatro che a Roma. Milano anticipa le mode - insiste lassessore - Roma insegue».
Chi ha curato la ricerca non la pensa così. «Milano è apprezzata dai suoi creativi e primeggia in molte cose - interviene Gaetano Salvemini, docente della Bocconi -. Ma non si può non vedere che Roma fa meglio per metodo e risorse. Un esempio? In soli 18 mesi hanno organizzato una festa del cinema, cosa impensabile qui.
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