Crede ciecamente nella sua nuova creatura, Davide Ballardini, e lo ha replicato a più riprese nel corso della conferenza stampa pregara di ieri. «Ho la sensazione che possiamo permetterci di giocare alla pari contro chiunque», ha spiegato il tecnico, che poi sè affrettato ad aggiungere che «abbiamo giocatori di qualità e spessore e quando ci sono certe prerogative, per me non è vietato nulla». E non gli si può dare torto, la Lazio non solo ha vinto supercoppa italiana e asfaltato lElfsborg nel debutto europeo, ma ha anche dimostrato di non patire particolari problemi legati al cambio dellallenatore né alla complicata vicenda dei secessionisti di Formello. Che non giocheranno questa sera (ore 20,45) contro lAtalanta, senza comunque creare particolari patemi danimo al trainer di scuola sacchiana. Perché con una trentina delementi a disposizione Ballardini vive lesperienza capitolina in maniera diametralmente opposta allomologo Spalletti, tanto per citare lesempio romano, e può permettersi il lusso perfino di fare turn-over per non spremere i suoi.
Così si scopre che questa sera saranno almeno cinque le novità rispetto alla sfida disputata giovedì: Diakité e Radu saranno i centrali di difesa al posto di Cribari e Siviglia, Dabo sostituirà Baronio, Foggia prenderà il posto di Matuzalem e Rocchi quello di Cruz. E subito si nota la differenza col predecessore Rossi (strana casualità per il riminese, il derby fra le ultime due squadre allenate), che nel finale della sua gestione aveva scartato Cribari e Baronio e ridimensionato negli ultimi tempi limpiego di Diakitè. «Farò qualche cambiamento - ha spiegato il Balla - ma senza stravolgere nulla. Cambiare troppo non credo sia giusto, anche perché siamo all'inizio della stagione».
Poi, sullargomento-dosaggio delle forze: «La fatica se cè non la dobbiamo sentire perché puntiamo gli obiettivi solo sulla squadra che incontriamo, concentrandoci sullimpegno senza pensare ad altro». Contrariamente alla mentalità di tecnici generalmente abituati a «dire-e-non-dire» specialmente quando si deve parlare degli avversari, Ballardini dellAtalanta ha spiegato che «rappresenta un esempio di programmazione, competenza e lungimiranza». «Loro - ha anche sottolineato - partono dalle radici, dal settore giovanile. Lanno scorso hanno fatto benissimo, cambiato poco e bene. E i nuovi giocatori si conoscono molto e sono davvero interessanti: insomma, è una squadra molto competitiva e difficile da affrontare».
Dribblato pure stavolta in maniera elegante il capitolo-dissidenti, il signor Davide sè soffermato sul punto di forza della squadra, Zarate: «Mauro è un attaccante e può giocare dappertutto, in fase difensiva è più attento e disposto ad aiutare la propria squadra. destinato a diventare un grandissimo del calcio mondiale». Curiosità da annotare, Ballardini ha cominciato solo due volte il campionato (a Cagliari e Palermo fu chiamato per subentrare a qualcuno) e non ha mai vinto: un pari e una sconfitta sulle panchine di Sambenedettese e Pescara. Ma sta peggio lallenatore degli orobici, lex di turno Angelo Gregucci, che nei quattro campionati iniziati da tecnico professionista è partito con un pari e tre ko. Ostilità del match affidate al trentacinquenne Pierpaoli. Che è fiorentino (di nascita).
Il credo di mister Ballardini: «Noi, alla pari contro chiunque»
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